Un nuovo Italicum per tre

mio commento: andiamo di male in peggio. L’italicum è decisamente peggio del porcellum. Infatti, con l’italicum si evince ancora più nitidamente il piano, da parte di questo governo, evidentemente sostenuto da forza italia anche se questo partito ufficialmente figura all’opposizione, di fare sparire dal prossimo parlamento i partiti considerati piccoli e fastidiosi per le riforme impopolari che probabilmente verrebbero approvate senza ostacoli. Sinistra Ecologia Libertà è uno dei partiti penalizzati da una soglia di sbarramento, il 5%, assolutamente troppo elevata e antidemocratica. Antidemocratica perché andrebbe cancellato il consenso di un paio di milioni di cittadini. E’ di vitale importanza che nel parlamento della prossima legislatura vengano eletti alcuni deputati che rappresentino la parte politica rimasta a difendere i diritti e le istanze dei ceti meno fortunati. Con queste premesse però non so se potremo assistere a questa piccola vittoria parziale ma significativa. Tutti noi militanti e simpatizzanti stiamo vicini ai cittadini e lavoriamo sul territorio per ottenere questo che potrà essere considerato un grandissimo risultato. Mario Piromallo

—  Andrea Colombo, ROMA, 18.9.2014

Legge elettorale. Nell’ultimo vertice del Nazareno, Renzi e Berlusconi hanno ipotizzato di spostare il premio di maggioranza dalle coalizioni alle liste. Una soluzione che sarebbe ideale anche per M5S.

oppor­tu­na­mente taciuta, una novità sostan­ziosa potrebbe essere sal­tata fuori, mer­co­ledì pome­rig­gio, dal cilin­dro del Naza­reno. Non un ritocco appor­tato all’Italicum ma una modi­fica radi­cale delle sue fon­da­menta: l’assegnazione del pre­mio di mag­gio­ranza non più alla coa­li­zione ma alla lista che supera il 40%, o che, in caso con­tra­rio, si aggiu­dica il bal­lot­tag­gio. Una deci­sione finale non è ancora stata presa, ma di que­sto hanno par­lato a palazzo Chigi i due soci del patto. Senza entrare nel merito, come se fosse un par­ti­co­lare da citare di sfug­gita, Ber­lu­sconi ha detto ieri ai suoi che Renzi aspetta una rispo­sta a stretto giro: entro il pros­simo lunedì.
Si scrive patto a due, però si legge «a tre». Una legge così rimo­del­lata andrebbe benis­simo anche al M5S, che certo non si spin­ge­rebbe fino a votarla ma nem­meno alze­rebbe le bar­ri­cate per fre­narla. E senza l’ostruzionismo della truppa pen­ta­stel­lata, un’approvazione quasi indo­lore della legge al senato sarebbe garan­tita. In que­sto modo, oltre­tutto, ver­rebbe eli­mi­nato l’elemento a mag­gior rischio di inco­sti­tu­zio­na­lità del pro­getto Ita­li­cum, la soglia di sbar­ra­mento dif­fe­ren­ziata per i par­titi che si coa­liz­zano e per quelli che si pre­sen­tano da soli. Una volta eli­mi­nate le coa­li­zioni, la soglia di sbar­ra­mento ver­rebbe por­tata per tutti al 5%, spun­tando così in par­tenza le pre­ve­di­bili pro­te­ste dei par­titi minori, for­te­mente pena­liz­zati dalla geniale innovazione.

Sono fon­da­men­tal­mente tre i par­titi che ver­reb­bero messi in peri­colo di vita dall’eventuale scelta di asse­gnare il pre­mio alla lista. Per la Lega, però, si tratta di un rischio limi­tato. Il Car­roc­cio fa da sem­pre il pieno di voti quando si pre­senta da solo: non dovrebbe avere troppe dif­fi­coltà a supe­rare la soglia. Diversa la situa­zione per Sel e per i cen­tri­sti. Il par­tito di Ven­dola ver­rebbe messo let­te­ral­mente con le spalle al muro da una legge elet­to­rale così rimo­del­lata, ma dif­fi­cil­mente avrà la forza o gli stru­menti di ricatto neces­sari per bloc­care l’operazione. Tanto più senza la sponda dell’M5S. Que­gli stru­menti di ricatto li avreb­bero, invece, i cen­tri­sti, in par­ti­co­lare l’Ncd, almeno sulla carta. Ma si tratta di un par­tito molto più allo sbando di quanto non sem­bri, con intere aree che stanno già fiu­tando di la via migliore per sal­vare la pelle: o cer­cando scampo nelle ammi­ni­stra­zioni locali, oppure inta­vo­lando trat­ta­tive, anche indi­vi­duali, con l’uno o l’altro dei par­titi mag­giori. Con l’ex casa madre azzurra, ma anche con il «nuovo» Pd di Mat­teo Renzi. Comun­que, dif­fi­cil­mente potreb­bero denun­ciare come proi­bi­tiva, a fronte delle ambi­zioni più volte con­cla­mate, una soglia non ele­va­tis­sima come sarebbe quella del 5%.

Il solo vero osta­colo poten­zial­mente insor­mon­ta­bile sarebbe dun­que il no di Sil­vio Ber­lu­sconi. Sulla carta quel veto sem­bre­rebbe ine­vi­ta­bile: per spe­rare di vin­cere le ele­zioni, l’ex Cava­liere può pun­tare solo su una coa­li­zione quanto più ampia pos­si­bile. Le cose però stanno diver­sa­mente. Chi ci ha par­lato nei mesi estivi rivela che a Ber­lu­sconi, oggi, la sola parola «coa­li­zione» fa venire l’orticaria. Signi­fi­che­rebbe info­gnarsi di nuovo in este­nuanti trat­ta­tive con gli uni e con gli altri. Signi­fi­che­rebbe dover pas­sare mesi a mediare tra posi­zioni incon­ci­lia­bili come quelle degli anti euro di Sal­vini e dei sol­da­tini di Bru­xel­les come Alfano. Il gran capo ha già dato, ha pure una certa età, non ne ha più voglia. La legge modi­fi­cata gli con­se­gne­rebbe senza colpo ferire il ruolo di diarca nel paese: un saldo infi­ni­ta­mente più pre­zioso di qual­siasi sin­gola con­ces­sione di que­sto o quel par­ti­co­lare sulla riforma della giu­sti­zia o in mate­ria di etere.

Quanto a Renzi, per lui il pre­mio alla lista invece che alla coa­li­zione com­por­te­rebbe solo van­taggi e sarebbe del tutto fun­zio­nale alla stra­te­gia che ha impo­stato: resi­stere almeno altri tre anni, otte­nendo così comun­que qual­che risul­tato, e poi affron­tare le urne come par­tito unico del cen­tro­si­ni­stra. L’ultima parola non è detta, ma di certo dalla quarta pun­tata del Naza­reno l’ipotesi di un’Italia ridi­se­gnata a misura di due par­titi più uno è uscita immen­sa­mente rafforzata.

fonte: il Manifesto
http://ilmanifesto.info/un-nuovo-italicum-per-tre/