I dati relativi ai prezzi al consumo indicano un calo dello 0,2% nel primo semestre del 2016. Continuando di questo passo l’Italia farà registrare, per la prima volta dal lontano 1959, una variazione dei prezzi negativa. Solo che mentre nel 1959 il Pil italiano correva (+7%), adesso, dopo una lunga fase di crisi, la crescita economica è ancora a rischio tant’è che i centri studi e gli organismi internazionali stanno rivedendo al ribasso le prospettive per il 2016 (tassi inferiori all’1%). A settembre quando il ministro dell’Economia Padoan ricalcolerà stime del Pil e obiettivi della manovra, si troverà di fronte un conto salato: al netto della flessibilità concessa da Bruxelles dovrà trovare almeno 8 miliardi per disinnescare il temuto aumento dell’Iva, 4-5 dovuti al calo del Pil, e se vorrà mantenere fede ai vari annunci, dovrà arrivare almeno a 20 miliardi.
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