La giornata di ieri è stata un disastro per il ministro dell’economia Padoan. Erano previste le audizioni nelle Commissioni bilancio di Camera e Senato sulla nota di aggiornamento del Def (Documento di economia e finanza) con Banca d’Italia, Istat, Corte dei Conti e Ufficio parlamentare di bilancio.
Ha iniziato la Banca d’Italia con il vice direttore Signorini. Le previsioni di crescita del Pil dice l’istituto di via nazionale, sono “ottimistiche” (tradotto dal linguaggio istituzionale a quello per tutti: irrealistiche), la previsione dell’aumento del Pil grazie alla cancellazione dell’aumento dell’Iva decisamente troppo “alta” (tradotto: sovrastimata), l’effetto delle altre misure sulla “crescita” del Pil assolutamente non valutabile: mancano i “dettagli” (tradotto: le informazioni) .
Poi è arrivato l’Istat con il presidente Alleva: l’aumento del Pil per il 2016, non è lo 0,8% (stima già ridotta dall’1,2%) ma lo 0,6%. In 6 mesi le previsioni del governo si sono ridotte del 50%. Piove sul bagnato.
È stata poi la volta della Corte dei Conti: la nota di aggiornamento del Def contiene molti molti elementi di “fragilità” (tradotto: non sta in piedi). Le stime probabilmente dovranno essere riviste al ribasso. Ci sono molti “se” e molti “ma”. E quando si parla di numeri i “se” e i “ma” non sono di buon auspicio.
Infine -ciliegina sulla torta- è arrivato Giuseppe Pisauro, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (l’Upb) che ha affermato: “non possiamo validare i conti del 2017”. Un’autentica bocciatura della nota di aggiornamento del Def. Ricordiamo che l’Upb è un organismo indipendente (che esiste in quasi tutti i paesi dell’Unione Europea) cui è richiesta la validazione dei conti dei governi.
In sostanza, il governo ha dato al parlamento dei conti sbagliati. Per nascondere i fallimenti del governo, delle sue politiche, delle sue scelte economiche. Va bene usare argomentazioni più o meno fallaci, ma dare dei numeri che non hanno riscontro non va bene. Così si inganna il paese. E sulla grave situazione economica del paese bisogna dire la verità: l’Italia non cresce, le diseguaglianze crescono, le politiche di Renzi non stanno funzionando, il lavoro manca.
È per questo che, come ha chiesto Sinistra Italiana, il ministro Padoan -che ha messo la firma su questa nota di aggiornamento del Def ed è responsabile delle politiche economiche di questo governo- dovrebbe dimettersi.
Fonte Huffington Post
http://www.sinistraecologialiberta.it/autore/giulio-marcon/