di Angelo Gerosa. In ogni elezione alle vicende importanti si accompagnano quelle curiose, come quella di “Marco Pelato” nella recente consultazione elettorale.
Quando in Italia il centrosinistra vinceva ed i comunisti di Rifondazione erano determinanti, Marco, trentaquattrenne torinese, figlio di operaio Fiat ed ex militante di Lotta Continua, venne eletto deputato.
Quando cadde il governo Prodi ed il successivo governo D’Alema mosse guerra all’ex Yugoslavia, Marco ruppe con Rifondazione, e divenne capogruppo parlamentare dei Comunisti Italiani (PdCI), guadagnandosi l’epiteto di “Marco Pelato servo della Nato”.
Quando il PdCI si presentò alle elezioni europee Marco superò nelle preferenze Armando Cossutta (fondatore, capolista, presidente e candidato indicato dal partito).
Quando il partito gli ordino di dimettersi per fare posto all’Armando, Marco disobbedì, si fece espellere dal partito, e ne fondò uno, minuscolo, ma tutto suo.
Quando i fratelli maggiori PRC e PdCI si imbarcarono nelle disavventure elettorali dell’Arcobaleno, della Federazione della Sinistra e di Rivoluzione Civile, Marco se ne stette alla finestra.
Quando Emma Bonino commosse l’Italia intera, lamentandosi che sarebbe morta di freddo se avesse dovuto mettersi a raccogliere le firme necessarie per presentare la sua lista elettorale, il minuscolo partito di Marco pose banchetti ovunque e riuscì a presentarsi in quasi la metà delle circoscrizioni.
Quando dovette presentarsi in TV come candidato premier, Marco rispolverò l’abc del marxismo leninismo, spiegando che redistribuire il reddito è possibile, a patto di introdurre una drastica patrimoniale e di dichiarare la moratoria sul debito pubblico, e che, in attesa del socialismo, per non alimentare la guerra tra poveri, occorre aiutare i proletari del quarto mondo a fare la rivoluzione a casa loro.
Quando il centro sinistra e la sinistra si fasciarono la testa, rotta dalla sconfita elettorale, Marco si godette il circa 1% dei voti mediamente racimolato nelle circoscrizioni in cui era presente. Misera cosa in termini assoluti (0,4%), ma più che dignitosa rispetto al 1,1% di Potere al Popolo, composto dai ben più accreditati PRC, PdCI e Sinistra Anticapitalista.
E’ possibile che si tornerà al voto.
E’ probabile che non vi sarà spazio per i cosiddetti “voti utili” a sinistra.
E’ sicuro che Marco Rizzo ripresenterà il suo Partito Comunista (sedicente “piccola barca che va controcorrente nella tempesta”).