di Angelo Gerosa. In Sicilia il candidato ex missino ora Fratelli d’Italia Musumeci sale dal 25,7% al 39,9%. Il candidato dei 5 Stelle sale dal 18,2% al 34,7%. Il centrosinistra scende dal 30,5% di Crocetta nel 2012 al 18,7% di Micari, e la sinistra con Fava resta al (6,1%), il medesimo risultato ottenuto dalla Marano nel 2012.
Poteva andare peggio? A quanto pare sì visto il voto espresso, sempre domenica, nel X Municipio di Roma (Ostia: centro importante in quanto con 250mila abitanti è grande quasi quanto una media città capoluogo di regione).
Anche a Ostia a cantare vittoria è la candidata presidente di Fratelli d’Italia, che passa dai 9mila voti presi dalla Meloni nel 2016 a 20mila voti, ma a preoccupare i post fascisti più dei pentastellati, che, pur confermandosi il primo partito, in un anno perdono circa 24miila voti, sono i neonazisti di Casa Pound che passano da mille a 6mila voti. Quasi il 10%, come nelle comunali di Lucca del giugno scorso. E, come a Lucca, più della quantità impressiona la qualità di un voto ben radicato nei caseggiati popolari.
Pure a Ostia centrosinistra e sinistra sono uniti solo dal fatto di essere chiusi nell’angolo: l’anno scorso 18.600 voti prese Giacchetti e 3.400 voti prese Fassina. Ora 8.900 voti al candidato del PD e 2.300 voti al candidato della sinistra.
Chiusi nell’angolo ma, speriamo, non come pugili suonati.