mio commento: chi dobbiamo ringraziare per le vittime causate e per questa novità comunque attesa? Il comandante della nave Costa Concordia, affondata davanti alle coste dell’isola el Giglio, nonostante le sue enormi responsabilità in funzione del ruolo nella vicenda, è sempre sorridente e viene pure invitato a fare lezioni universitarie! Mi sembra proprio che nel nostro paese l’equilibrio e la rettitudine siano venuti meno e le istituzioni…. Mario Piromallo
Esclusivo: ecco i fondali del Giglio dopo la rimozione della Concordia
A tre mesi dalla rimozione del relitto, il Tirreno pubblica le foto dei fondali nell’area del cantiere: 23mila metri quadri di detriti fino a 90 metri di profondità. Il giallo delle piattaforme rimaste in mare
fonte: la Repubblica / Il Tirreno di Livorno di Natalia Andreani e Annalisa D’Aprile.
ROMA. Il 14 luglio scorso il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, lo aveva promesso a chiare lettere: “Noi abbiamo ipotizzato, fin dall’inizio, di ripristinare il Giglio com’era prima: prima le piattaforme non c’erano e dopo non ci devono essere”.
Invece, negli ultimi documenti presentati dalla compagnia Costa, della rimozione di quel gigantesco letto di acciaio e cemento che per due anni e mezzo ha retto il relitto della Concordia sembra non esservi più traccia. E, intanto, la relazione finale presentata dall’Università La Sapienza all’ex Osservatorio di monitoraggio mostra lo stato dei fondali nell’area del cantiere tra cumoli di detriti, materassi, sedie, valige, parti della nave e praterie di Posidonia ricoperte da strati di sedimenti fini e da una crosta di cemento. A questo si aggiungono le sei piattaforme in acciaio, tre grandi e tre più piccole.
Foto: i fondali del Giglio dopo la rimozione della Cocordia
Le piattaforme in acciaio e cemento e, in giallo e rosso, l’area di distribuzione di detriti e sedimenti
Le mappe contenute nella relazione della Sapienza (firmata dal professor Giandomenico Ardizzone e dal dottore Andrea Belluscio) mostrano la distribuzione dei detriti: “23.486 metri quadri di spazzatura concentrata a nord e a sud della Punta della Gabbianara fino a una profondità di una novantina di metri, con la maggiore concentrazione tra i 45 ed i 60 metri”. Il che significa che le operazioni di bonifica saranno complesse, perché in parte andranno effettuate dai sommozzatori con tecniche di saturazione. Non solo, un “secondo problema è legato alla dimensione degli oggetti” che sono molto grandi e anche molto piccoli, come ad esempio pezzi dei finestroni e frammenti di vetrate inferiori al centimetro. “Particolarmente pesante – si legge nella relazione – è l’effetto della presenza di questi oggetti sui fondi duri, poiché vanno a ricoprire le comunità animali soffocando le specie presenti impedendone l’alimentazione e la crescita”.
Detriti in zona prua nave
Le foto (tutte realizzate dall’Università di Roma) parlano da sole. Nelle immagini si vedono decine di corpi morti serviti per l’ancoraggio delle panne antinquinamento, oltre al falso fondale in sacchi di malta cementizia creato per sostenere la nave coricata su un fianco, parabordi abbandonati, cavi d’acciaio, distese di mitili atlantici arrivati con i pontoni, morti per le acque troppo calde del Giglio e precipitati sul fondale soffocando le già sofferenti praterie di Posidonia….. per continuare a leggere prego cliccare:
http://iltirreno.gelocal.it/italia-mondo/2014/10/15/news/costa-concordia-1.10121926?fsp=2.3360&ref=HREC1-34