PUBBLICHIAMO L’INTERVISTA RILASCIATA DA NIKI VENDOLA A“il Giornale.it”
Come si sconfigge l’ISIS? L’Isis si sconfigge non chiamandolo Stato islamico. È molto importante non regalare un universo così esteso, complesso come l’islam alla barbarie del sedicente califfo. Quella che il fondamentalismo islamico pratica è anche una guerra interna al mondo dell’islam, alle correnti sciite dell’islam
Ma gli Stati teocratici esistono…Credo che in questa stagione sia molto importante il dialogo con quella parte del mondo, penso all’Iran, che può dare un contributo fondamentale per battere chi fa della strage lo strumento del proselitismo politico della propaganda. Daesh va battuto isolandolo politicamente, impedendo che continui ad accomulare ricchezze con la vendita del petrolio e che continuino i traffici di armi verso il sedicente stato del califfo e chiedendo conto a chi gioca su più tavoli diverse partite. Mi riferisco alla Turchia che anche oggi ha bombardato e ucciso i curdi che sul terreno sono una delle parti più attive nella lotta contro il califfo e mi riferisco anche all’Arabia Saudita, al Qatar e al Kuwait. Oggi è cominciato il gioco della verità sullo scacchiere internazionale e ciascuno deve dire da che parte sta rispetto alla più grave minaccia dell’attualità.
Come si può essere pacifisti davanti ai tagliagole dell’Isis?Essere pacifisti non significa essere inermi di fronte alla barbarie. La barbarie va combattuta ma con intelligenza. All’inizio degli anni ’90 del secolo scorso abbiamo iniziato una sequela di guerre, nel nome della sconfitta di Saddam e di vari autocrati, che non hanno portato il mondo in una situazione di implementazione della sicurezza. Il mondo vive un caos e un disordine che forse è anche il frutto di molti errori che, come hariconosciuto il ministro Gentiloni, l’Occidente ha compiuto in quello scacchiere. Non ci sono formule magiche che ci liberino dal demonio. Bisogna sapere che ci sono nodi che vanno risolti, come la questione palestinese, e altri complicità che hanno consentito al cafillo di rafforzarsi e che oggi non possono più permanere. Su questo piano deve essere ricostituito il diritto internazionale, a partire dal gioco della verità: da che parte stai e che rapporti hai con quelli lì?
Eppure è difficile contrastare con la diplomazia chi, facendo un attacco terroristico dentro un teatro, colpisce per primi i disabili….Credo che le parole più precise le abbia dette Papa Francesco: “Loro sono un oltraggio all’umanità”. Non attaccano solo la nostra civiltà e il nostro stile di vita. Attaccano e feriscono senza alcun tipo di attenuante possibile. Colpiscono il sentimento fondativo dell’essere umano per questo per me sono il male assoluto. Non sono uno che non ha confidenza con questo vocabolario ma in questo caso, nei confronti del califfo, penso che l’espressione “male assoluto” sia legittimata.
Molti pensano che, in queste condizioni, sia meglio non fare il Giubileo. Lei condivide questa posizione?Non fare il Giubileo sarebbe un regalo immeritato al califfo. Ha ragione il Papa, bisogna fare il Giubileo della misericordia e che ci siano cattedre morali che provochino il mondo di oggi a ragionare sui fondamentali della vita.