Il 21 marzo 1982, giorno del Newroz (il capodanno curdo), come da tradizione in tutta la regione vengono accesi fuochi per festeggiare il nuovo anno. In realtà per la popolazione curda non ci sono molti motivi per festeggiare: a seguito del colpo di stato del 1980 ad opera dell’esercito turco, tutti i partiti sono stati sciolti, la lingua e la cultura curde vengono vietate, e il PKK (Partîya Karkerén Kurdîstan) viene perseguitato duramente, i militanti vengono indagati per cospirazione, arrestati, torturati, e in alcuni casi condannati a morte. Mazlum Dogan aveva iniziato ad interessarsi alla politica nel 1976, quando era entrato a far parte del movimento studentesco, antesignano del Pkk. Viene arrestato come cospiratore nel 1979, ma per più di un anno riesce a mantenere segreta la sua identità, fino a quando viene infine rivelata da un suo ex compagno. Durante il periodo di prigionia Mazlum attua una forma di resistenza estrema al carcere, rifiutandosi di indossare l’uniforma carceraria o di cantare l’inno nazionale, dovendo per questo subire pesantissime ripercussioni in termini di violenze e torture. In questo giorno di Newroz del 1982 Mazlum Dogan appicca il fuoco alla sua cella e vi si impicca, per denunciare all’opinione pubblica internazionale la durissima condizione dei detenuti curdi nelle carceri turche. Questo suo gesto provocherà una serie di scioperi della fame e di azioni di resistenza a catena in tutte le carceri turche, che continueranno per tutto il 1982. Da quel giorno l’azione di Mazlum verrà commemorata ogni anno durante il Newroz, e tantissimi militanti curdi porteranno il suo nome.
da www.Infoaut.org