di Renzo Baricelli. Martedì 18 febbraio il presidente incaricato Renzi ha incontrato uno alla volta quasi tutti i rappresentanti dei vari partiti e gruppi presenti in parlamento.
Hanno discusso del futuro governo: quale coalizione, quali ministri, quale programma, quali priorità.
I gruppi e i partiti politici più piccoli hanno propugnato che il governo tenga conto di partcolari problemi, ad esempio di quelli delle minoranze linguistiche e hanno espresso una generica disponibilità favorevole ad un eventuale governo con la stessa coalizione che ha sostenuto il governo Letta-Alfano (Governo dimissionario ma ancora in carica fino a quando un nuovo governo non avrà giurato di fronte al presidente della repubblica).
Abbiamo sentito il segretario della Lega Nord affermare che con Renzi non è d’accordo su niente, che continueranno a lottare contro l’euro e che la Lega Nord non voterà alcuna fiducia.
Anche La Russa dle gruppo Fratelli d’Italia dichiara che resterà alla opposizione.
Abbiamo sentito cosa pensano, come giudicano la situazione economico-sociale e cosa propongono i rappresentanti di altri due partiti: SEL (Sinistra ecologia libertà) e NCD (Nuovo centro destra).
Niki Vendola per conto di SEL ha spiegato che governi che tengono insieme una parte del centro sinistra e una parte del centro destra non hanno funzionato. Non hanno dato risposte ai problemi del lavoro e dei lavoratori, a partire dai disoccupati, dai precari, della crisi che colpisce l’Italia. Per SEL solo un governo costruito su una forte alleanza di centro sinistra può aprire delle prospettive positive per il nostro paese dentro una Unione Europea che deve cambiare radicalmente le sue politiche e democratizzare le sue istituzioni.
Per questi obbiettivi SEL lotterà dalla opposizione. pronta a valutare e sostenere in parlamento ogni provvedimento che vada in questa direzione. Certamente con le priorità del lavoro, del reddito di cittadinanza, dei diritti civili, di una politica fiscale che faccia crescere il redditi a partire da quelli più bassi, per concrete misure di giustizia sociale.
Alfano per conto del NCD ha spiegato che nel programma di governo devono esserci chiare e tonde e ben visibili le proposte del centro destra. Cioè un no a qualsiasi patrimoniale; che il governo deve fare quella rivoluzione liberale che Berlusconi non è riuscito a fare, inclusa la riforma della giustizia; che deve essere smantellata la legge Fornero per facilitare le imprese ad assumere (ndr : non una parola sui diritti e problemi dei lavoratori); che nel programma ci dovrà essere una semplificazione fiscale per le imprese. Ovvviamente il NCD è contrario a ogni ipotesi di governo di centro sinistra. Infine propone che mercoledì pomeriggio ci sia una riunione colleggiale di tutta la vecchia coalizione che sosteneva il governo Letta e che adesso è pronta a sostenere il nuovo governo.
Il M5S era contraio ad andare a parlare con Renzi ma poi ha decisi di si e ci andrà mercoledì mattina.
Questo è il quadro alla mezza notte di martedi 18 febbraio. Sarà possibile un cambio di scenario? Difficile. Però i nodi dovranno essere sciolti e le ambiguità non potranno coprire a chi veramente gioveranno i compromessi. La crisi è pesantissima e c’è da domandarsi se per il Pd sia possibile fare un programma e una compagnine di governo che vada bene per il nuovo centro destra di Alfano.