Bardi: concerto per la strage (degli internati italiani) dimenticata

Sabato 8 agosto 2015 ore 18.00 Bardi (Pr) Casa della Gioventù
75° ANNIVERSARIO AFFONDAMENTO ARANDORA STAR
CONCERTO PER L’ARANDORA E GLI EMIGRANTI
con  ENERBIA
Musica e canti dalla tradizione dell’Appennino Emiliano
violino e voce, chitarra e mandola, fisarmonica, piffero
www.enerbia.com
Una storia troppo sconosciuta: Gli internati erano cittadini italiani, tedeschi e austriaci di sesso maschile, molti immigrati nelle Isole britanniche da decine di anni, tanto che molti avevano parenti, anche figli, che militavano nell’esercito britannico. A costoro vennero negati i diritti civili e politici, compresi lli riconosciuti ai militari secondo la Convenzione di Ginevra. A molti venivano confiscate le proprietà. Ai familiari non fu detto che i parenti arrestati sarebbero stati deportati. Per disposizione del governo britannico, le famiglie degli internati residenti sulla costa, senza sostentamento e assistenza, furono costrette a trasferirsi nelle città.  Il 1º luglio luglio 1940, la nave salpò da Liverpool senza alcuna scorta, sotto il comando di Edgar Wallace Moulton fece rotta per trasportare in un campo di prigionia canadese circa 1500 uomini. Esclusi 86 prigionieri di guerra, gli altri uomini erano civili tra i 16 e i 75 anni. La nave fu sovraccaricata e non fu rispettato il rapporto massimo passeggeri per scialuppa. I prigionieri furono ammassati nelle cabine, molti dormivano sul pavimento della sala da ballo. La nave, senza giustificazione funzionale, era stata ridipinta di grigio. Non esponeva segnali che potessero far identificare la sua funzione, come il simbolo della Croce Rossa. Peraltro l’uso di quell’emblema per una nave che non era una nave ospedale sarebbe stato una violazione delle Convenzioni di Ginevra. Né all’equipaggio, né agli internati furono date istruzioni sulle procedure d’emergenza.   Il 2 luglio 1940, a largo della costa nord-ovest dell’Irlanda, fu colpita da un siluro lanciato dall’U-Boot U-47. L’equipaggio dell’U-Boot dichiarò in seguito di essere stato tratto in inganno dalla livrea grigia che faceva sembrare la nave da crociera un mercantile provvisto di armi in dotazione alla marina britannica. L’Arandora Star, senza più potenza motrice, affondò in trentacinque minuti. Persero la vita più di ottocento persone, 446 dei quali erano italiani. Il paese di Bardi, in provincia di Parma, è il comune con il più alto numero di vittime in questa tragedia: 48 capifamiglia, quasi tutti arrestati in Galles, dove si erano stabiliti diversi decenni prima divenendo parte integrante della società britannica