Ilva, arrivano i soldi per stipendi e indotto

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I primi 34 milioni dei 250 del prestito ponte per far respirare aziende partner e fornitori

di VITTORIO RICAPITO

Ieri l’incontro decisivo al ministero per lo Sviluppo economico fra il ministro Federica Guidi, il commissario governativo per l’Ilva Piero Gnudi ed il presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo. Grazie alla prima trance con la metà dei 250 milioni del prestito ponte concesso dalle banche, l’Ilva ha sbloccato i pagamenti degli arretrati alle aziende dell’indotto e dell’appalto. Alle aziende arriveranno già nei prossimi giorni circa 34 milioni di euro, per pagare le fatture inevase da marzo scorso.

L’Ilva comunica in una nota che grazie al prestito ponte riesce a garantire gli stipendi ed i premi di agosto ai dipendenti diretti ed i pagamenti alle aziende dell’indotto e dell’appalto che erano in sofferenza, senza intaccare le somme destinate agli investimenti dell’Aia, autorizzazione integrata ambientale. “La decisione di affrontare anche la situazione creditizia vantata dai fornitori locali – scrive l’Ilva – viene a seguito della consapevolezza della crisi in cui versano le imprese dell’indotto e i loro dipendenti e recepisce le istanze avanzate da tempo da Confindustria e dalle autorità istituzionali e religiose, preoccupate per la situazione economica e occupazionale dell’area tarantina”.

“Nonostante la nota difficoltà di liquidità dell’azienda – continua la nota – e l’esigenza di coniugare le scarse risorse con la necessità di onorare le scadenze salariali dei dipendenti e di proseguire con gli interventi di risanamento ambientale, nel vertice di ieri il ministro Guidi, il Commissario Gnudi e il Presidente Cesareo hanno concordato di dare priorità anche al pagamento di 34 milioni di euro dei debiti scaduti dei fornitori della provincia di Taranto, segnalando così la priorità di salvaguardare anche le imprese con elevato tasso di capitale umano sul territorio che più ha sofferto della crisi di Ilva”.

Il primo agosto Confindustria Taranto aveva sfilato con le aziende dell’indotto e dell’appalto Ilva per le vie della città chiedendo aiuto al governo ed al premier Renzi per sbloccare i cantieri di Taranto, intervenire sui pagamenti Ilva e scavalcare le amministrazioni locali per salvare Taranto dal tracollo economico. La marcia “Industria ultima fermata”, ha attraversato il centro città con lo slogan “No alla città dei no”. Il presidente Cesareo in quell’occasione ha inviato una lettera al premier spiegando che le aziende dell’indotto erano allo stremo delle forze dopo mesi di mancati pagamenti da parte del siderurgico e che molte di queste, nel giro di un mese, sarebbero state costrette a licenziamenti di massa e poi alla chiusura.

fonte: la Repubblica
http://bari.repubblica.it/cronaca/2014/09/19/news/ilva-96143278/

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