Il voto all’estero: un errore? Luoghi comuni ed esclusioni vere 4 puntata

Ma, si dice, e il voto di scambio, i candidati “paracadutati”, i collegi elettorali enormi, le schede elettorali compilate dalla stessa persona ecc. ecc.? Sono appunto esempi di cittadinanza negata, calpestata o subalterna, che comunque è stata utile alle classi dirigenti in Italia, gli stessi che hanno definito il quadro normativo-istituzionale, o che hanno incoraggiato i vari abusi. Ma gli italiani all’estero devono reagire riaffermando la loro piena cittadinanza, nella loro specificità di cittadini italiani all’estero. L’alternativa è il rifugio in una dimensione unicamente privata che è, anch’essa, una mortificazione della propria cittadinanza.
Si dice che per eliminare gli abusi del voto per corrispondenza occorra istituire i seggi elettorali ai Consolati. Ma il voto per corrispondenza esiste in tanti Paesi europei, spesso come opzione alternativa al voto al seggio. Ha certamente una logica diversa dal voto al seggio; arriva a casa, e quando giunge nelle mani dell’elettore, questi è sovrano. Certo, “il voto è personale, libero e segreto. È fatto divieto di votare più volte”, come recitano le istruzioni. Ed è lo Stato di cui faccio parte che deve garantire che lo sia. Colpendo chi viola la libertà e la segretezza del voto dell’elettore per avere vantaggi. Non punendo l’elettore stesso e negandogli il voto per corrispondenza.