è scomparso il posto fisso
Secondo i dati Istat i lavoratori con contratto stabile sono solo il 53,6%. Considerando i dati su cassintegrati e disoccupati, il superamento sarebbe già avvenuto. Dagli autonomi con un solo cliente ai contratti a progetto, ecco i lavori non standard
Fabio Tufilli sperava di aver risolto un problema, a marzo, quando la Sapienza di Roma gli ha comunicato che sarebbe stato assunto a tempo indeterminato. Ormai raggiunti i 33, da sei anni inanellava contratti da precario come “amministrativo” dell’università. Ciò che non aveva previsto, è che un lavoro che in genere viene definito “normale” sarebbe rimasto fuori dalla sua portata. Il contratto offerto era sì permanente, ma sarebbe passato da tempo pieno a part-time.
Casi come questo stanno diventando talmente comuni in Italia che l’Istat ha dovuto trovare una nuova definizione: sono posti di lavoro “parzialmente standard”.
clicca qui per leggere l’articolo di repubblica
nostro commento
Oltre all’aumento dei disoccupati e la conseguente diminuzione dell’occupazione a tempo indeterminato, sono in netto aumento i posti di lavoro precarizzati da una legge incomprensibile, prolissa e deleteria! Legge chiaramente dannosa per lo Stato Sociale di Diritto che viene preso a schiaffi per l’ennesima volta dalla destra liberista che ha di fatto approvato. (Riforma Biagi firmata nel 2003 dall’allora ministro Maroni e dall’allora presidente del consiglio B. – DDL n. 848)! ciò ci ha condotto a questo stato di cose! Il tutto ovviamente in contemporanea alla crisi che dura da anni e sta progressivamente impoverendo i cittadini italiani! Un bel cocktail di negatività preparato e servito con amore da costoro ai cittadini!
Mario Piromallo