di Angelo Gerosa. E’ ancora presto per azzardare giudizi sul governo Renzi ma una prima personale impressione mi sento di esprimerla: per Matteo Renzi aver accettato questo incarico è stato un pessimo affare.
E’ una impressione motivata dal fatto che Renzi non viene considerato dall’opinione pubblica come “il salvatore della patria” in quanto un governo, bene o male, c’era già. E non viene considerato neppure come “l’espressione del cambiamento” avendo esattamente confermato colore e composizione del governo precedente.
La stessa dinamica con cui è stato defenestrato Letta con l’ormai mitica frase “stai sereno che nessuno vuole il tuo posto” e l’immediato svolgimento di un processo decisionale tutto interno al partito e per nulla garante delle prerogative del Parlamento, a molti è sembrata una dimostrazione di cinismo politico.
Il dichiarare che il governo durerà fino alla fine della legislatura è stata letta come una mancanza di coerenza rispetto alla tradizionale critica dei renziani nei confronti dei governi di intesa, più o meno larga, con il centro destra.
Il criterio adottato per la scelta dei ministri è parso privilegiare più le esigenze di immagine “giovanilista” che la capacità e l’esperienza e nella scelta dei sottosegretari è emersa con forza l’antica logica del manuale Cencelli.
Una parte dell’opinione pubblica guarda con sospetto anche al voler praticare la cosidetta “politica del doppio forno” con Berlusconi e Alfano, nonostante l’evidente contrapposizione tra la tattica berlusconiana che mira ad un rapido ricorso alle urne e la strategia alfaniana che punta tutto sul proseguo della legislatura.
La situazione giova a Grillo, tutto felice di vestire i panni dell’autentico ed unico rottamatore.
La brillante battuta di Bersani sul vero spread da tenere sotto controllo, spread tra quanto dichiarato dal premier e quanto realizzato, e non tra il saggio di interessi dei titoli di stato tedeschi ed italiani, richiama la battuta di Andreotti sul potere che logora chi non ce l’ha.
Renzi avrà un potere tale da non farsi logorare?
Il precipitare della crisi ed il drammatico aumento della diseguaglianza sociale ci portano a sperare tutti di SI.