il motorino «verde» si fa a Bologna

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Addio Cina, il motorino «verde» si fa a Bologna
Gli altri continuano a delocalizzare – e succede anche nella vicina Modena dove c’è chi ha tentato di smantellare la fabbrica di notte, di nascosto dagli operai, per portare i macchinari in Polonia -, loro dalla Cina riportano la produzione in Italia.
Gli altri tagliano posti? Riducono i costi? E loro assumono (almeno 25 dei 39 addetti previsti), oltre a mettere sul piatto un investimento da 12 milioni di euro. Per costruire il primo stabilimento italiano «Zeb», «Zero Energy Building» ovvero del tutto autosufficiente e anzi capace di fornire più energia di quanta ne consumi. E per sfornare il primo ciclomotore a energia solare, oltre a biciclette elettriche. Dimenticate insomma i luoghi comuni.
Ogni tanto succede, che qualche storia si snodi in direzione contraria a quella prevista lasciando intravedere un futuro diverso, di quelli che in Italia non credi più possibile, grazie a un mix sapiente di ricerca e sperimentazione. In questo caso la storia arriva da Bologna, dal dopoguerra in avanti terra di motori che oggi cerca un nuova chiave di accesso al mercato. Una chiave green. Protagonista la Wayel, brand di biciclette elettriche creato nel 2007 dalla Termal (da vent’anni nella climatizzazione, 40 milioni di fatturato) quando decide di puntare sulle energie rinnovabili come il fotovoltaico e appunto sulla mobilità elettrica. Intuizione ricavata peraltro da una consolidata presenza sul mercato cinese. Grazie a una collaborazione con l’ateneo bolognese si mettono a punto i primi modelli di ecobike….per continuare a leggere cliccare: http://www.unita.it/economia/addio-cina-il-motorino-br-verde-si-fa-a-bologna-1.530915