(Articolo della nostra redazione). L’ultimo sondaggio commissionato dalla trasmissione Ballarò ad Euromedia evidenzia quanto la forza di Renzi e Salvini si trovi nella debolezza della politica.
Il sondaggio, in un quadro di minor astensionismo, accredita la popolarità di Renzi sopra il 40% e di Salvini sopra il 25%. Ben oltre quella dei rispettivi partiti, stimati al 37,2% ed al 14,6%.
La loro popolarità supera quella dei loro partiti (sinistra PD e dissidenti veneti compresi !) in quanto al recupero del tradizionale bacino elettorale si somma il nuovo consenso creato dall’avere rotto con i patrimoni ideali storici.
Rottura che Renzi opera con una impostazione autoritaria delle riforme costituzionali e sociali e Salvini con una apertura all’estrema destra di Casa Puond & c. che mette in forte imbarazzo la stessa alleata francese Marie Le Pen che si proclama “post ” e non “neo” fascista.
Situazione che potrebbe evolversi con un ulteriore e progressivo polarizzarsi del consenso sui due Matteo in quanto trova fondamento nell’altrui debolezza politica.
La debolezza del centrodestra moderato che, non avendo ancora elaborato il lutto per la scomparsa politica di Berlusconi, finisce per fare da sgabello a Renzi, al Nazzareno o a Palazzo Chigi.
La debolezza del centro sinistra progressista che non si è ripreso dalla bruciante ed inaspettata “non vittoria elettorale” del 24 febbraio 2013.
La debolezza di Grillo incapace di scegliere cosa buttare insieme alla politica: la coesione sociale come vorrebbe l’alleanza europea con la destra di Farage, o la disuguaglianza come vorrebbe la battaglia nazionale per il reddito minimo garantito? Non sciogliendo questo nodo il comico genovese conserva la forza elettorale (17,5% per Ballarò, 20% per La7) ma rinuncia a far politica.
A sinistra la situazione appare particolarmente incomprensibile in quanto esiste un punto di appoggio su cui far leva per rendere credibile l’alternativa al renzismo.
SEL, stimata dal sondaggio al 4,5%, ben oltre la soglia di sbarramento in discussione, nella kermesse milanese “Human Factor” ha mostrato totale disponibilità a rinnovare modi e luoghi del proprio far politica al fine di rendersi utile all’insieme del centrosinistra.
Disponibilità apprezzata da alcune tra le più lucide menti del pensiero filosofico e culturale del paese, da Massimo Cacciari a Philippe Daverio, ma non ancora dai “reduci” dei vecchi partiti della sinistra.
Reduci della vecchia politica che, a destra come a sinistra, perseverano ad occupare posti di direzione, con grave danno della dialettica democratica di un paese costretto a scegliere tra un Matteo (o l’altro) e un confuso mucchio di personaggi spesso superati ed obsoleti.
Rimane da sperare che i due Matteo, terminando l’operazione di rottamazione nei rispettivi campi, finiscano, sia pur involontariamente, per aprire la strada alle nuove leve della politica.
Se davvero sarà così l’Italia avrà motivo di essergli riconoscente.
Angelo Gerosa