Purtroppo siamo stati facili profeti (vedi nostro articolo: “Insulti al Ministro Kyenge: lucida premeditazione”): il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli oggi in aula ha preso la parola per fingere di porgere formali scuse alla Ministro Kyenge, dichiarare che non ha alcuna intenzione di dimettersi e rivendicare la lotta senza quartiere all’immigrazione clandestina (e cosa c’entra?).
A sancire che la questione sarebbe definitivamente chiusa ci ha pensato poi il capo e cioè l’altro Roberto, il governatore della regione più importante e ricca del paese.
La prova di forza ha ottenuto il risultato voluto: la bandiera dell’esclusione sociale, dell’intolleranza e del fanatismo etnico sventola sul seggio della quarta carica dello Stato.
Da domani nelle numerose feste della Padania si brinderà al mitico Roberto che in barba ai principi sanciti dalla Costituzione ed alle proteste dell’Italia democratica da vicepresidente del Senato ha sdoganato l’istigazione al razzismo. L’incitamento al fanatismo anti islamico lo aveva già sdoganato da Ministro della Repubblica.
E si brinderà anche all’altro mitico Roberto che si è fatto un baffo dei richiami alla correttezza istituzionale provenienti da Palazzo Chigi e dal Quirinale.
A quale dei due Roberto dovremmo chiedere quale sarà la prossima istigazione eversiva dei valori della convivenza civile da sdoganare?
Angelo Gerosa