Guccini: Grillo? Fa lo spaccone e favorisce il Cav

Guccini

Intervista a Guccini: «Grillo? Fa lo spaccone e favorisce il Cav»

«No comment». Guccini dice: «No comment», ma che risposta è? Gli ho appena chiesto cosa pensi di quel che accade in Italia, della scena politica, degli stracci che volano, delle parlamentari del Pd accusate da un M5S di «fare pompini», di un questore della Camera (Scelta Civica) più solerte e sbrigativo, con una parlamentare dei Cinque Stelle, di un «celerino» dei tempi andati, di un’aula della Camera trasformata in un bordello di provocazioni trasandate ma perfettamente registrate, della crisi… E lui risponde «no comment». Non lo riconosco. Ma come? Per quarant’anni ha infiocchettato i suoi concerti con lampi di un racconto politicamente assestato, ha comunicato, commentato, scherzato sul gran teatro dei partiti e suoi interpreti e ora preferisce tacere? Preferisce astenersi uno dei giocatori più formidabili che la cultura italiana abbia potuto contare tra gli impegnati, tra i non ignavi, tra i non codardi silenziosi e “imparziali”? «Son vecchio, come dice la mia età», sbotta.

Ma è allegro, attraversano i suoi spazi nuvole di parenti e amici e gli esiti di un pellegrinaggio di amici ed estimatori che non ha mai smesso di toccare Pavana, piccolo centro appenninico, incassato tra boschi e montagne oscure, e dentro Pavana, quella vecchia casa dalla quale “La Locomotiva” si muove con dispiacere. Se gli volete bene, non provate a tirarlo fuori da lì, adesso che finalmente (l’avverbio è suo) ha smesso di cantare e incantare altrove, inverno dopo inverno. È felice anche perché sta per uscire un suo nuovo testo, il secondo di una collanina, il “Dizionario delle cose perdute”, nuova puntata. Scartabella nel passato, nel modernariato della memoria a caccia di tracce, oggetti soprattutto e parole, scatole verbali, abbandonati nelle soffitte dei ricordi. Proviamo a farlo parlare, oltre la collina del «no comment».

Allora? Mi sa che non sei preparato, professor Guccini. Lo sai che sta accadendo in Italia, tra Parlamento, piazze e luoghi di lavoro e di vita?
«Non leggo da un paio di giorni…».

Ti sei perso un bel pacco di cose. Sai niente delle bestialità che hanno scaraventato dal fronte cinque stelle su Augias, colpevole di aver giudicato «fascismo inconsapevole» alcune forme della presenza dei seguaci di Grillo in Parlamento? Sai niente del fatto che Grillo ha invitato il suo pubblico a scatenarsi sull’ipotesi di trovarsi all’improvviso in macchina in compagnia della presidente della Camera?
«No, troppo poco. Però…».

Però che?
«C’è che mi conosci, io sono non violento, almeno credo, non mi piace la violenza, non condivido certi metodi, ma il web la porta a galla, porta in prima fila la risposta semplice, diretta, da bar…».

Ottimo, allora la colpa è il mezzo? Grillo non ha responsabilità…
«Ma, non so cosa voglia esattamente Grillo. Mi sembra che voglia sbaraccare tutto e tutti per poi prendere il potere. Per farne cosa, non so…».

Converrà provare a rispondersi…
«Al di là di tutto, temo che alla fine ciò che sta facendo serva solo ad aprire la porta ad un ritorno in grande stile di Berlusconi. Sì, ho davvero paura che questo gran casino dia una mano alla destra, le offra le condizioni per tornare a governare come piace a lei».

E nel frattempo, la sinistra?
«(ride) …come la vedo? Tre seduti su una sedia e uno che la spinge, ma preferisco non addentrarmi…».

fonte: l’Unità

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