Grasso: “Basta vitalizi a politici mafiosi e corrotti”.
Il presidente del Senato, a Comiso per commemorare Pio La Torre: “Il malcostume è esteso in tutto il Paese, è il momento di prevenire e reprimere come non mai: estendere decadenza e incandidabilità alle elezioni nazionali”.
RAGUSA – “Via da subito e per sempre i vitalizi ai politici condannati per mafia e corruzione ed estendere decadenza e incandidabilità alle elezioni nazionali senza alcun limite, così come accade per i sindaci e i consiglieri regionali”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, in occasione della cerimonia di intitolazione dell’aeroporto di Comiso (Ragusa) a Pio La Torre, politico comunista e sindacalista siciliano ucciso dalla mafia nel 1982.
“I recenti fatti ci hanno dimostrato che il malcostume è diffuso in tutto il paese, ad ogni livello, e che è necessario un impegno preventivo e repressivo mai messo in pratica finora”, ha detto Grasso, ricordando Pio La Torre come “come esempio di un segretario regionale di partito che prende per il bavero i politici timidi contro la mafia e contro la corruzione”.
“Non c’è più spazio per dubbi o perplessità: è il momento di dare segnali forti”, ha aggiunto Grasso, “e in questo senso apprezzo molto l’idea del Presidente Renzi del Daspo per le imprese ed i politici corrotti. I recenti fatti ci hanno dimostrato che il malcostume è diffuso in tutto il paese, ad ogni livello e che è necessario un impegno preventivo e repressivo mai messo in pratica finora” contro la corruzione.
“C’è un Disegno di legge”, ha spiegato Grasso, “che nasce da una mia proposta in materia di corruzione, falso in bilancio, riciclaggio e autoriciclaggio che è ora in fase avanzata di discussione in commissione Giustizia al Senato, stiamo aspettando un ddl del Governo sugli stessi temi, mentre l’Autorità Anticorruzione sta finalmente prendendo forma”.
“In questi giorni in cui emergono inchieste che hanno a che fare con la corruzione e il voto di scambio fa bene ricordare un uomo come La Torre, perché la politica sa essere anche altro, e va spiegato soprattutto ai più giovani che se ne allontanano sempre di più”. Grasso ha ricordato che La Torre fu soprattutto “il primo firmatario di quella proposta di legge che per prima affrontava la mafia sul terreno più sensibile, il denaro, e che poi costituì il nucleo centrale della legge che ha istituito il reato di associazione mafiosa, il famoso 416 bis”. E che “aveva già ideato ed espresso, con impressionante lucidità e determinazione, quella strategia antimafia che si riuscirà ad attuare in maniera completa soltanto dieci anni dopo”.
Durante la celebrazione, Grasso si è detto “davvero felice che l’aeroporto di Comiso sia di nuovo intitolato a Pio La Torre”. “Lo era stato per un breve periodo”, ha ricordato Grasso, “da siciliano – e all’epoca da Procuratore nazionale antimafia – vissi con profondo rammarico la polemica sul suo nome e sul fatto che potesse essere considerato in qualche modo divisivo perché appartenente ad un partito politico”.