La prima impressione è che per il Governo Letta la strada si prospetti in discesa: appoggio esplicito del mercato, plauso delle istituzioni europee, tifo esagerato da parte di tutti i principali organi di informazione, che hanno ben evidenziato le dichiarazioni dei neo ministri a favore della ripresa economica, dei giovani e degli insegnanti, l’assenza di ministri ingombranti quasi a confermare la resa “senza condizioni” con cui PD e PDL si sono guadagnati la rielezione di Giorgio Napolitano.
Anche la drammaticità della crisi spinge una buona parte dell’opinione pubblica a sperare in un governo “senza se e senza ma” e gli stessi primi messaggi dal mondo sindacale paiono indicare una, seppur cauta, apertura di credito. Un quadro roseo che non si è infranto neppure per il gesto disperato e criminale del cinquantenne disoccupato che, mentre giurava il governo, dinnanzi a Palazzo Chigi ha sparato ai carabinieri.
Strada in discesa per il Governo di Letta ma non certo per il suo Partito. Di tutto si potrà dire di questo governo tranne che sarà quell’esecutivo di cambiamento per cui il centro sinistra ha ottenuto il voto di oltre 10 milioni di italiani. Dietro alle ovvie misure ad effetto sui costi alla politica c’è da temere che non si vedranno molti cambiamenti. A partire dal fatto che una dei primi provvedimenti potrebbe essere il rifinanziamento di ben 500 milioni di euro delle missioni militari all’estero e sarebbe un vero e proprio affronto per i troppi nostri giovani disoccupati.
Angelo Gerosa
P.S. la difficoltà del PD si legge anche dalla composizione del governo che nei 5 posti chiave non vede democratici. Per la precisione agli interni il PDL Alfano, agli Esteri la radicale Bonino, alla Giustizia la montiana Cancellieri, alla Difesa l’altro montiano nonchè ciellino Mauro ed al Tesoro il tecnico Saccomanni.