Governo in affanno, Colle in allarme

Red. Pol., ROMA, 4.9.2014

Ingorgo. Troppe leggi e decreti all’esame delle camere. Napolitano chiama a rapporto la ministra Boschi ed esamina con lei il calendario. E Orlando, dopo sette giorni dall’annuncio, ancora non ha pronto il decreto sulla giustizia civile.

In attesa di sbloc­care l’Italia, come da auspi­cio dell’ultimo decreto, il governo sta riu­scendo a bloc­care le camere. L’allarme per l’ingorgo di prov­ve­di­menti all’esame di camera e senato è rosso. Mat­teo Renzi mini­mizza, nell’ultima con­fe­renza stampa (quella appunto sullo «sblocca Ita­lia») si è per­sino mera­vi­gliato in diretta, sen­tendo descri­vere dalla mini­stra Boschi la fila dei decreti e dei dise­gni di legge. «Ma come, è tutto al senato?», la sua domanda. Non tutto. Anche la camera ha un’agenda pesante che per essere por­tata avanti richie­derà il costante ricorso alla que­stione di fidu­cia. Se il pre­mier mini­mizza, il pre­si­dente della Repub­blica non nasconde la pre­oc­cu­pa­zione. Tanto che ieri ha rice­vuto la mini­stra Boschi (rap­porti con il par­la­mento). Al ter­mine è stato il Qui­ri­nale ha comu­ni­care che la mini­stra «ha pro­spet­tato il qua­dro della pos­si­bile pro­gram­ma­zione dei lavori par­la­men­tari all’indomani della ripresa dell’attività».

Pas­sag­gio per nulla rituale. Non è al Qui­ri­nale che si scrive il calen­da­rio dei lavori del par­la­mento; Napo­li­tano si è solo infor­mato dando però alla cosa grande enfasi. L’esito del pre­ce­dente incon­tro con Renzi, del resto, non lascia dubbi: salito al Colle il 28 ago­sto con l’ordine del giorno del Con­si­glio dei mini­stri dell’indomani già pub­bli­cato, il pre­si­dente del Con­si­glio si è visto costretto a sfi­lare la riforma della scuola — «c’è troppa carne al fuoco». Anzi, per suc­ces­sivi aggiu­sta­menti, quella riforma è finita al 2015. Prima le emer­genze e tra le emer­genze al Qui­ri­nale sta a cuore soprat­tutto l’economia. Il decreto sblocca Ita­lia — finito alla camera — è poca cosa, non arriva a 4 miliardi. Assai più attesa la legge di sta­bi­lità, che dovrebbe con­te­nere una mano­vra almeno cin­que volte più pesante. Anche que­sta andrà alla camera, ma dopo la metà di otto­bre. Prima, molto prima, toc­cherà al decreto che dovrebbe velo­ciz­zare il pro­cesso civile, e che però sta pro­ce­dendo assai len­ta­mente tra i palazzi romani. Dato per «pronto» ormai sette giorni fa, non è stato ancora reca­pi­tato al Colle, dove resterà qual­che giorno per le veri­fi­che di com­pe­tenza del pre­si­dente, prima di tran­si­tare alla seconda com­mis­sione di Mon­te­ci­to­rio. Dove, se final­mente vedranno la luce, arri­ve­ranno i dise­gni di legge del pac­chetto giustizia.

Non tutti (sono sei). Molti pren­de­ranno la strada del senato, visto che quel ramo del par­la­mento era già a buon punto su diversi argo­menti (respon­sa­bi­lità civile dei magi­strati, cri­mini eco­no­mici, magi­stra­tura ono­ra­ria). Però palazzo Madama è alle prese con altri due pila­stri del «rifor­mi­smo» ren­ziano, la delega lavoro in 11esima com­mis­sione e la pub­blica ammi­ni­stra­zione, in affari costi­tu­zio­nali. Pro­prio lì, in prima com­mis­sione, fa la fila la più urgente delle riforme, quella della legge elet­to­rale (dovrà poi tor­nare alla camera). Napo­li­tano non vuole che fini­sca troppo in fondo, e così ieri ha fatto sapere di aver chie­sto det­ta­gli pro­prio su que­sta come sulla riforma costi­tu­zio­nale, che alla camera dovrà però atten­dere l’approvazione della legge di sta­bi­lità. Se ne par­lerà a natale.

fonte: Il Manifesto
http://ilmanifesto.info/governo-in-affanno-colle-in-allarme/