mio commento: governo delle grandi intese che scricchiolano. Come volevasi dimostrare. Ora, come al solito, da parte del Primo Ministro promesse e promesse. Non si vive di sole promesse.
Mario Piromallo
Giustizia. «Restano differenze, anche sulle priorità». Il cauto ministro Orlando non può servire a palazzo Chigi un accordo completo, né in maggioranza né con Berlusconi. Renzi si consola con nuove promesse sui tempi dei processi per le imprese.
A sera, dopo che il ministro della giustizia lo informa sui colloqui con maggioranza e opposizione, e di tutti i nodi che restano da sciogliere, Matteo Renzi si butta su twitter e promette due risultati sul processo civile: primo grado entro un anno e dimezzamento dell’arretrato. Aggiunge il dimezzamento delle ferie dei tribunali, che fa sempre scena. Il ministro Orlando si dedica al Wall Street Journa che sta seguendo passo passo gli annunci di riforma del governo: «Venerdì presenteremo misure sulla giustizia che avranno un alto impatto economico e puntano a stimolare gli investimenti esteri». Le due uscite sono la sintesi della giornata: gli interventi sulla giustizia civile — a prescindere dall’efficacia che avranno — sono gli unici veramente condivisi nella maggioranza, e accettati anche da Forza Italia. Per il resto c’è ancora da discutere. Persino sulla responsabilità civile dei magistrati, anche se gli alleati del Nuovo centrodestra non bloccheranno il disegno di legge. Cercheranno di emendarlo in parlamento.
Le ferie intanto le ha saltate il ministro, che con grande cautela ha cercato per tutto il mese d’agosto ogni convergenza possibile in vista del consiglio dei ministri di domani. Ma la «riforma della giustizia» che Renzi aveva annunciato per giugno si riduce a poca cosa. Restano lontane le posizioni non solo tra Pd e Forza Italia, ma anche tra Pd e alfaniani, su tutto quello che riguarda il processo penale e l’ordinamento, per non parlare delle intercettazioni. Tutto rinviato dunque. Nella speranza, per il governo, che in Berlusconi prevalga la volontà di tenersi agganciato a Renzi, così da costringere anche Alfano a non sfilarsi. È in fondo lo schema che ha funzionato — fin qui — per la riforma del bicameralismo, con la differenza però che sulla giustizia gli alfaniani sono ideologicamente allineati al vecchio Cavaliere, che gli ha allevati. E le proposte del governo si prestano indubbiamente a non poche osservazioni critiche.
Ha ragione infatti Forza Italia, quando sostiene che allungare i tempi di prescrizione — l’idea resta quella di bloccare il timer dopo la sentenza di primo grado — fa a cazzotti con il proposito di accorciare i tempi del processo. E anche la dichiarata intenzione di limitare drasticamente la possibilità di ricorrere in Cassazione dopo due sentenze di merito conformi — si pensa di escludere il ricorso per vizio di motivazione — non va precisamente nella direzione di ampliare le garanzie del cittadino. Altri aspetti sono più pacifici, come la riforma del disciplinare per le magistrature speciali e la «resurrezione» del falso in bilancio (non è d’accordo Forza Italia), ma sono aspetti minori. La materia incandescente, prescrizione e intercettazioni, viene rinviata; quest’ultima con la motivazione che il governo vuole allargare le consultazioni ai direttori dei giornali. Slittano all’autunno anche le novità sul Csm, stavolta perché il nuovo Consiglio non è ancora pienamente composto — e per farlo servirà un accordo tra Pd e Forza Italia per la scelta dei componenti «laici» (5 a 3 è lo schema classico). L’accordo fatalmente riguarderà anche l’elezione di due giudici costituzionali (tenendo presente che presto altri due dovrà sceglierli ancora Napolitano).
Spiega Orlando alla fine dell’ultimo tavolo con la maggioranza: «Esistono differenze di approccio in ordine anche alle priorità, di questo riferirò venerdì in Consiglio dei ministri mantenendo l’obiettivo che ci eravamo dati di portare in quella sede tutto il lavoro che è stato elaborato». Dunque il ministro, che ha un passo molto più accorto di quello del premier, può portare subito in dote a Renzi solo un decreto sul civile e uno o due disegni di legge. Le nuove norme sulla criminalità economica e sulla responsabilità civile dei magistrati dovrebbero esserci, ma sono tutte affidate al confronto parlamentare. Per tutto il resto siamo in fase di «elaborazione», servirà più tempo e almeno un altro Consiglio dei ministri. La diversa priorità del Nuovo centrodestra era, naturalmente, sulla stretta alle intercettazioni. Berlusconi avrebbe voluto di meno sulla prescrizione e di più sulla limitazione della custodia cautelare (di cui non si parla). Ma resta cauto, ci sarà tempo. E intanto, sulla giustizia civile, si parte insieme.
— Andrea Fabozzi, ROMA, 27.8.2014
fonte: il Manifesto
http://ilmanifesto.info/intesa-civile-rinvio-penale/