Non si può censurare la verità dei fatti, né legittimare la menzogna con il silenzio!
Il magistrato ordinò che la giovane marocchina, all’epoca 17enne, venisse accompagnata in comunità. Invece fu affidata all’allora consigliera regionale del Pdl Nicole Minetti. Quando il ministro disse che la procedura era stata regolare Fiorillo rilasciò alcune interviste sostenendo che Maroni aveva mentito. La Fiorillo fu quindi condannata per violazione del riserbo dal Consiglio superiore della magistratura, ma oggi la Cassazione ha sancito che aveva diritto di difendersi da una diffamazione.
Leggi articolo del Fatto Quotidiano