Questo è il titolo di un articolino di un settimanale sestese del 29 settembre, che nel corso dello stesso ci dice che i compensi degli amministratori sono basati su una legge del 2000, cioè di ben 16 anni fa.
Questo ci ha fatto subito pensare che gli stipendi dei nostri amministratori, basati su una legge che ha molti anni, sono sicuramente inadeguati, e invece no, ci viene suggerito nell’articolo, i compensi sono troppo alti.
Poi le cifre esposte, senza che sia evidenziato chiaramente che si tratta di compensi lordi, ci raccontano invece tutt’altro e cioè che il sindaco può contare su uno stipendio netto di circa 2600 euro al mese per 12 mensilità, che fanno meno di 2400 Euro al mese per 13 mensilità e un assessore ne guadagna 1850 per 12 mensilità che fanno 1700 Euro per 13 mensilità.
Noi non conosciamo naturalmente in dettaglio le passate attività di tutti i nostri amministratori, ma vi assicuriamo che uno stipendio di un dirigente industriale o commerciale o anche solo di un insegnante di scuola media superiore con una certa anzianità è più alto di quelli esposti poc’anzi. Da cui ne viene l’amara considerazione che fare politica a tempo pieno, almeno ai livelli di un’amministrazione locale come la nostra, è un’attività che richiede una grossa dose di passione politica, perché la remunerazione è spesso al disotto degli stipendi che si percepivano nelle professioni precedenti e permette di vivere in maniera non più che decorosa, e questo senza tenere in nessun conto che uno stipendio più basso si rifletterà inevitabilmente in una pensione più bassa.
Non è che l’estensore di questo articolo ha per caso nostalgia dei tempi in cui gli amministratori non venivano pagati perché ricchi possidenti o notabili del Regno, tempi nei quali anche il voto era basato sul censo?
E come mai non abbiamo letto su queste stesse colonne vibranti articoli di sdegno quando noti miliardari presidenti del Consiglio facevano eleggere a cariche pubbliche la loro pletora di cortigiani e cortigiane (in cambio spesso di favori inconfessabili ma noti)?
Bisogna stare attenti a non spargere il veleno del rancore sociale, perchè spesso può risultare mortale per le comunità democratiche, dato che spinge al sospetto e alla diffidenza di tutti verso tutti.
E infine dispiace notare come la stampa, il quarto potere, venga così spesso meno alla sua fondamentale funzione di informare in maniera obiettiva, in modo che ognuno possa formarsi un’opinione fondata sui fatti reali e non su titoli allusivi e informazioni non corrette.