“Siamo a fine legislatura ed è tempo di bilanci.
Chi vive di lavoro sta peggio, chi aveva molto denaro ne ha ancora di più, chi era povero è rimasto tale.
Il Mediterraneo è ancora un cimitero, la povertà è diventata un crimine, le banche hanno ricevuto miliardi, si continua a morire di inquinamento e di lavoro.
Gentiloni si accomiata con un discorso da “tutto va ben madama la marchesa”:
crisi alle spalle, lavoro in ripresa, conti pubblici in ordine.
Ci sarebbero poi quei piccoli problemi chiamati povertà, precarietà e disuguaglianze, ma a quelli prima o poi si penserà.
Dal suo punto di vista credo abbia ragione.
Il suo punto di vista d’altra parte è lo stesso dei giornali che contano, delle imprese che contano, delle persone che contano.
Ecco, io credo che il punto sia esattamente portare a vincere le elezioni un punto di vista completamente diverso, quello di chi lavora per vivere.
Cinque anni fa avevo chiesto un voto per rovesciare questo stato di cose.
Non ci sono riuscito, ma mi sono battuto con tutte le mie forze.
Ho girato l’Italia in lungo e in largo, cercando di essere sempre vicino a chi ha visto messo in pericolo il suo posto di lavoro e la sua dignità.
Ho prodotto centinaia di atti parlamentari, fra interrogazioni e proposte di legge, e mi piace pensare di aver prodotto qualche risultato.
Ho provato a rappresentare la sinistra per come io la intendo, uno strumento di lotta per la parte più debole della società.
Mi rimangono la soddisfazione di aver contribuito a difendere la Costituzione repubblicana e la voglia di continuare a provarci.
In fin dei conti, non è che l’inizio.”
Giovanni Paglia, S.I. LeU