Il sistema introdotto dalla legge Fornero funziona un po’ come il gioco dell’oca. Un esempio: una persona viene assunta nel 1996, andrà in pensione a 66 anni, come prescrive la norma, ma a condizione che il primo assegno mensile della pensione sia almeno di 2,8 volte l’assegno sociale. Quindi il pensionando dovrà avere una pensione di almeno 1.254 euro. Altrimenti? Altrimenti salta il giro e continua a lavorare fino a 69 anni. Qui la pensione deve essere di almeno 1,5 volte l’assegno sociale, cioè 672 euro. E se non è così? Si perde un altro turno e si va a sgobbare fino a 73 anni. Si rischia di creare una generazione di anziani che si barcamena tra lavori saltuari, pensioni inavvicinabili e povertà.” (L’Espresso n. 36/2016, pag. 60, Felice Roberto Pizzuti “Previdenza negata. Il professore. Avremo una massa di anziani poveri”)