«I più devastanti sono i proiettili di artiglieria che esplodendo scagliano migliaia di freccette d’acciaio in tutte le direzioni. Sono munizioni usate dai carri armati proprio per i combattimenti contro i guerriglieri, nelle città o nelle zone boscose: ogni colpo semina una nuvola di dardi, ciascuno lungo circa 3,5, in un raggio di 300 metri. Un’altra controversa arma è quella definita con l’acronimo DIME: Dense Inert Metal Explosive. Questi proiettili sfruttano la pressione creata dall’onda d’urto dell’esplosione per mettere fuori combattimento gli avversari, senza emettere schegge come negli ordigni tradizionali. Ma l’involucro di queste granate è composto di tungsteno, un metallo che provoca il cancro. La detonazione sparge una pioggia di micro particelle di tungsteno su aree molto vaste, contaminandole per un lungo periodo di tempo. Così il “male minore” diventa incubatore di malattie a lungo termine.»