Oggi alle 14.30 ci ha chiamato Gabriele del Grande.
È la prima telefonata concessa da domenica 9 quando è stato fermato dalle autorità turche al confine nella regione di Hatay. Era in Turchia dal giorno 7 Aprile.
Dice Gabriele: “Sto parlando con quattro poliziotti che mi guardano e ascoltano. Mi hanno fermato al confine, e dopo avermi tenuto nel centro di identificazione e di espulsione di Hatay, sono stato trasferito a Mugla, sempre in un centro di identificazione ed espulsione, in isolamento.
I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo.
Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio telefono e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato.
La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro.
Ho subito ripetuti interrogatori al riguardo.
Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta.
Non mi è stato detto che le autorità italiane volevano mettersi in contatto con me.
Da stasera entrerò in sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti”.
Ci siamo messi in macchina una volta, siamo pronti a tornare in strada per i diritti.
Vi invitiamo a venire giovedì 20 aprile alle 18.00 e ad unirvi allo sciopero della fame con una catena che andrà avanti finché Gabriele non sarà libero.
Se programmate uno sciopero da soli o on gruppo segnalatelo scrivendolo nei commenti.
Vi invitiamo a portare candele per illuminare simbolicamente la ricerca della verità e del giornalismo d’inchiesta.
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