Nove paesi, fra cui l’Italia, hanno proposto che l’Unione Europea emetta propri titoli di debito, detti Eurobond.
Chiedono quindi che le ingenti risorse necessarie per fare fronte alla crisi in atto non siano reperite dai singoli paesi, ma dalla UE nel suo complesso.
È un passaggio fondamentale, perché garantirebbe che alla fase 1 della spesa di emergenza non segua la fase 2 dell’austerity, e perché metterebbe tutti al riparo dal ricatto dello spread.
Non è infatti immaginabile che la ricompensa per i sacrifici dei lavoratori sia l’aumento dell’età pensionabile, o di dover tagliare la sanità, quando abbiamo visto che si dovrebbe invece rafforzarla.
La brutta notizia è che fra i 9 paesi non ci sono la Germania, né i sovranisti-vassalli di Visegrad, né i paesi del Nord.
Siamo quindi di fronte ad un conflitto, dal cui esito dipende la sopravvivenza stessa dell’Unione.
Se non siamo in grado di fare un balzo in avanti nemmeno davanti alla pandemia, l’unica alternativa è la disgregazione.
Piaccia o meno.
Giovanni Paglia
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