Ferrovie dello Stato, si dimette il cda per azzerare i vertici
La società conferma il passo indietro dell’intero consiglio per permettere il ricambio dei vertici. Era l’obiettivo per il quale ha spinto il governo, mentre l’ad Elia voleva continuare il lavoro in vista della vendita del 40% dell’azienda sul mercato
MILANO – Il consiglio di amministrazione delle Ferrovie dello Stato si è dimesso, portando così all’azzeramento dei vertici del gruppo. E’ questo l’esito del redde rationem ai piani alti dell’azienda statale dei treni, andato in scena questa mattina nel corso di un board che doveva essere ‘di routine’. Invece è esplosa la rottura che si è consumata già qualche tempo, tra i vertici (in particolare l’amministratore delegato, Michele Elia) e il governo, azionista di maggioranza per il mezzo del Tesoro. Una situazione che non sarebbe stata sostenibile in vista della privatizzazione dell’azienda, per la quale l’esecutivo ha mosso i primi passi e il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, ha spiegato che verrà venduta una fetta del 40%. Nella nota che conferma le dimissioni, l’azienda sottolinea che un’assemblea per la nomina del nuovo consiglio sarà convocata il più presto possibile. Secondo indiscrezioni di stampa, in prima fila per l’incarico di amministratore delegato del gruppo ci sarebbe Renato Mazzoncini, attuale amministratore delegato di Busitalia, la controllata per il trasporto passeggeri su gomma.
Le ricostruzioni della vigilia dicevano che ormai da una settimana sia l’ad Elia che il presidente, Marcello Messori, erano stati invitati al passo indietro su indicazione diretta del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Ma anche che da parte del manager non ci sarebbe stata l’intenzione di cedere spontaneamente il passo, visto che il lavoro in Fs sta portando l’azienda stabilmente in utile e il piano per aprirsi al mercato è solo agli inizi. Ecco perché, l’unico modo per imporre la volontà dell’azionista sarebbe stato proprio il passo indietro dell’intero Cda, per permettere quindi il rinnovo dei vertici. Cosa che si è puntualmente verificata oggi.
Un epilogo che non piace ai sindacati, o almeno alla Uiltrasporti di Claudio Tarlazzi: “Le dimissioni del cda, quale conseguenza della diversità di vedute con il governo rispetto alla privatizzazione del gruppo, evidenziano quanto sia sbagliato affrontare una scelta così complessa e strategica per il Paese con mere logiche di far cassa”.
Solo la scorsa settimana, come accenato, il Cdm aveva esaminato il decreto di privatizzazione delle Ferrovie: a questo punto, sarà un altro gruppo dirigente a portare avanti l’operazione. Al termine del Cdm, il ministro Delrio aveva spiegato: “Viene avviata la procedura che tiene presente la complessità della gestione delle Fs e la necessità di aumentare gli obblighi di servizio pubblico”. Restano ancora importanti nodi da scioglere, innanzitutto sul perimetro delle attività che
verranno messe sul mercato. Il governo sta infatti valutando se attuare lo scorporo della rete dei binari, che sta attualmente sotto il cappello di Rfi all’interno del gruppo Ferrovie dello Stato: “Si valuterà – ha detto il ministro – l’indipendenza del gestore della rete”.
fonte: La Repubblica
http://www.repubblica.it/economia/2015/11/26/news/ferrovie_dello_stato_il_cda_decisivo_verso_le_dimissioni_dei_consiglieri-128193018/?ref=HREC1-2