GOVERNO – La redazione di Sinistra Italiana
La Redazione
«Vedo che Gentiloni nel suo discorso di fine anno, e questa volta anche di fine legislatura, denuncia il carattere scandaloso delle diseguaglianze nella nostra società. Peccato che lui non sia un commentatore ma il capo del governo». Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, esponente di Liberi e Uguali. «La verità è – prosegue il leader di SI – che al netto del trionfalismo scontato quanto infondato, il suo governo come quelli che lo hanno preceduto in questa legislatura non hanno fatto nulla per combattere la diseguaglianza. Anzi, le scelte sul lavoro, sul fisco, sulla scuola e in materia di politica economica hanno contribuito ad allargare la forbice tra una minoranza sempre piu’ ricca e privilegiata e una enorme maggioranza sempre piu’ in difficoltà».
«Servono politiche pubbliche di redistribuzione, nuovi e massicci investimenti per generare buona occupazione e per ricostruire un welfare capace di garantire a tutti i cittadini diritti fondamentali a partire da quello alla salute. Insomma serve una proposta diametralmente diversa – conclude Fratoianni – da quelle che hanno caratterizzato questi anni».
Dello stesso parere la capogruppo di Sinistra italiana al Senato Loredana De Petris, esponente della Lista LiberiEUguali. «Il presidente Gentiloni non poteva che rivendicare l’operato del suo governo e implicitamente di quello precedente. Ma la realtà è purtroppo ben diversa da quella che ha descritto. Il miglioramento, peraltro lieve, è dovuto solo a fattori esterni e non certo alle riforme varate dai governi a guida Pd in questi anni. L’aumento dei posti di lavoro è un’illusione ottica: ad aumentare sono solo i lavoretti precari. In compenso le diseguaglianze e il disagio sociale sono aumentati».
«Solo su un punto bisogna concordare in pieno con il presidente del consiglio: nel ringraziare gli italiani e in particolare quelli più svantaggiati e poveri, che hanno dovuto portare sulle loro spalle il peso delle politiche sbagliate e delle riforme fallimentari dei governi di questa legislatura», prosegue la presidente De Petris.
«E’ però insopportabile sentir ripetere che lo Ius Soli non è stato approvato perché non c’erano i numeri. La realtà è opposta e a impedire l’approvazione della legge sulla cittadinanza è stato prima di chiunque altro proprio il Pd. Va infine contro i principii più basilari della nostra civiltà e della nostra democrazia rivendicare i successi ottenuti nel contenimento dell’immigrazione senza spendere una parola sul prezzo e’pagato per quel risultato: torture, uccisioni e continue violazioni dei diritti umani in Libia, con la complicità piena del governo italiano», conclude la capogruppo di Si.