È iniziato lo sciopero della fame di #DanaLauriola e altre due sue compagne, perché al #carcere “Lorusso Cotugno” di #Torino non sono garantite le sei ore settimanali di colloquio con i propri cari a cui ogni detenuto ha diritto. Non solo. Nelle stesse ore la Corte d’appello si è pronunciata sugli scontri del 2011 in Val di Susa tra le forze dell’ordine e il movimento #NoTav, riducendo drasticamente le pene, ridimensionando in modo sostanziale la gravità del giudizio sulla manifestazione e concentrandosi invece sulle singole condotte degli imputati. Pene dimezzate ma non per Dana.
Per lei, incensurata, resta una condanna a due anni da scontare in carcere, poiché le sono stati negati gli arresti domiciliari. Una pena spropositata, denunciata anche da Amnesty International – Italia. Dana Lauriola non dovrebbe essere lì ed è assurda la pena che sta scontando. Conosciamo le condizioni e le carenze strutturali del nostro sistema detentivo, aggravate ancora di più dal #Covid.
Chiediamo che almeno la voce delle detenute sia ascoltata e siano garantiti a chi è privato della libertà quei legami e quegli affetti senza i quali nessuno di noi può vivere. La prossima settimana si apre l’anno giudiziario, ci appelliamo al Governo affinché risolva immediatamente questa situazione.
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