Intervista a Nicola Fratoianni di Umberto De Giovannangeli – 19 Marzo 2023
Il Pd targato Schlein visto da sinistra. Parla Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra.
Con il “nuovo Pd” di Elly Schlein è possibile costruire un fronte ampio e plurale della sinistra?
La vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd è certamente un fatto positivo, perché già nel vocabolario rimette al centro una possibile agenda di cambiamento, nel segno dell’ambiente della giustizia sociale e dei diritti. Adesso inizia il bello, dobbiamo passare ai fatti e iniziare a costruire un’alleanza e una piattaforma di cambiamento. È possibile, ma soprattutto necessario, vista la condizione del Paese e della sua parte più debole. Però occorre sbrigarsi e occorre fare un lavoro che non si limiti al momento elettorale, ma si sviluppi ogni giorno nella società, soprattutto in quella parte di società italiana cui la destra ha carpito i voti, ma non dà risposte né sul piano economico, né sul piano sociale. Perché è nella società che la destra, in questi anni, ha costruito la sua egemonia prima ancora che la sua vittoria elettorale. Per essere chiaro, la piazza di Firenze, al fianco degli studenti del Michelangiolo e della dirigente scolastica stigmatizzata da Valditara, in cui eravamo tutti e tutte presenti è stato certamente un momento importante. È così che si propone un racconto diverso dell’Italia che vogliamo. In sostanza, adesso un’alleanza larga in grado di non riproporre il suicidio delle politiche è a portata di mano, non dobbiamo però fare l’errore di pensare che basti definire un perimetro più o meno largo per ribaltare i rapporti di forza. Guai quando pensiamo di sostituire la politica con la matematica.
Su cosa fondare una opposizione incalzante al governo della destra?
I temi sono tanti e hanno a che fare con l’idea complessiva di società che la destra mette in campo. Ogni giorno il governo propone l’immagine di un’Italia chiusa e punitiva. Pensiamo al decreto contro le Ong e alla strage di Cutro, o come detto più su, al Ministro del merito che minaccia provvedimenti contro una dirigente scolastica che onora il suo mandato ricordando i pericoli del fascismo. O pensiamo a come appena qualche ora fa abbiano cancellato i diritti di bambine e bambini fi gli di genitori omosessuali. Su questo e su altro la destra che fa la destra ribadisce quotidianamente il profilo reazionario del suo manifesto. E contro quel manifesto una reazione è immediatamente necessaria. Ma questo non basta. Salari, welfare, conversione ecologica dell’economia e difesa della Costituzione dall’attacco presidenzialista e dallo spacca Italia dell’autonomia differenziata sono il terreno su cui dovremo concentrare idee e energie. La destra è entrata nel voto delle fabbriche e nel consenso dei lavoratori dipendenti, con una narrazione cui non è mai corrisposto nulla di concreto. Sono quelli che stanno pensando come sempre di alzare le tasse ai più fragili; sono quelli che hanno cancellato i contributi per gli affitti, mettendo in difficoltà centinaia di migliaia di lavoratori a basso reddito in affitto; sono quelli che tagliano sulla sanità pubblica, mentre regalano 900 milioni di euro alle società di Serie A. Cioè paghiamo i debiti del calcio con i rinvii delle visite diagnostiche. È la solita destra che si dichiara patriottica, ma l’unica patria che riconoscono è quella di chi ha già le spalle larghe. Noi dobbiamo contrapporre l’idea dell’Italia (e dell’Europa) che non lascia indietro nessuno.LEGGI ANCHE
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A sinistra l’ “io” ha troppo spesso prevalso sul “noi”. Come andare oltre ai personalismi e costruire finalmente un efficace gioco di squadra?
Credo e spero che il suicidio delle elezioni politiche o quello nelle regionali del Lazio abbiano insegnato qualcosa. Non banalizziamo, però. Anche in quelle occasioni sono intervenute questioni politiche che vanno oltre la dimensione dei “personalismi”. E tuttavia, di fronte a questa destra e soprattutto davanti al ritardo accumulato nella società, occorre un salto di qualità. A partire da un fatto: a destra da anni giocano certamente sulla competizione interna, come è normale che sia, ma non mettono in discussione l’utilità delle forze politiche che interpretano ciascuna i sentimenti di un pezzo del paese. Dall’altra parte, invece, spesso si ha la sensazione che le tentazioni egemoniche di una delle forze preludano alla morte o all’allontanamento delle altre. E a quel punto non c’è più alcun gioco di squadra possibile.
Proviamo con un esempio concreto?
Da qualche mese a sinistra ormai si gioca sulla primogenitura su alcune proposte, senza riconoscere nulla alle altre forze. Potrei per esempio dire…per continuare a leggere cliccare: https://www.ilriformista.it/persino-in-america-si-tassano-i-ricchi-ma-qui-e-tabu-intervista-a-nicola-fratoianni-348664/