Si avvicina il 23 aprile 2017 (data del voto per le presidenziali francesi).
Quando si sosteneva che la partita era ristretta ai due contendenti più accreditati, Emmanuel Macron e Marine Le Pen, la previsione era suffragata dai sondaggi.
Oggi, gli stessi sondaggi, avvertono che tutto può accadere e perfino che Jean-Luc Mélenchon, il candidato sostenuto dal Partito Comunista e dalla sinistra ecologista, potrebbe contendere l’Eliseo alla Le Pen
Infatti nei sondaggi i 4 principali sfidanti sono tutti nello spazio di quattro punti:
Emmanuel Macron è al 23%;
Marine Le Pen, 22%;
François Fillon, 20%;
Jean-Luc Mélenchon, 19%;
Potrebbe esserci una sfida inedita e bizzarra dunque fra la Le Pen ed il candidato della sinistra: entrambi anti europeisti, schierati contro i poteri forti e la globalizzazione, fautori di politiche sociali opposte a quelle che il liberismo di Sarkozy e di Hollande ha incarnato. Una sfida davvero “rivoluzionaria”.
E al ballottaggio (7 maggio 2017) contro Le Pen Mélenchon verrebbe dato per favorito.
Di fronte a questa chances inaspettata Mèlenchon ammorbidisce i toni nel tentativo di attrarre voti anche della sinistra più moderata: “Non voglio abbandonare l’Europa. Non sono io la minaccia, non sono io ad aver provocato la Brexit o le spinte nazionaliste. La mia posizione è rinegoziare i Trattati per favorire l’armonizzazione dei diritti sociali, quella dei sistemi fiscali e cambiare lo statuto della Bce, allargandone il ruolo alla difesa dell’occupazione. La Francia è una grande potenza. L’Europa non si fa senza di noi. Quindi, se sarò presidente, le mie richieste dovranno essere ascoltate. Basta ripetere che non si può cambiare nulla, lasciando i popoli crepare come si fa in Grecia. Mi spiace, Merkel e Schaeuble non sono dei bravi amministratori dell’euro: la moneta unica deve tornare al servizio dei popoli”.