mio commento: ancora un quasi primato triste per il nostro paese. Solo l’Ungheria fa peggio dell’Italia. E’ una ulteriore notizia allarmante per noi cittadini. Mai una inversione di tendenza che dia un po’ di ossigeno al respiro affannoso che colpisce gran parte di noi. Mario Piromallo
Fisco, Italia al top in Europa: sul lavoro pesa quasi il doppio della Gran Bretagna
Secondo Eurostat, l’incidenza del fisco sul Pil europeo è aumentata nel 2012 al 39,4% e l’Italia è sopra la media, con un rapporto del 44%. La crescita registrata dal Belpaese è seconda solo a quella dell’Ungheria. E se si guarda al tax rate implicito sul lavoro, cioè l’incidenza del prelievo sulla base imponibile, il Belpaese è in cima alla graduatoria con il Belgio
di RAFFAELE RICCIARDI
MILANO – Il peso del fisco sul Pil europeo è aumentato nel 2012 al 39,4%, e l’Italia è fra i paesi in cui la quota è più alta, pari al 44%, soprattutto a causa dell’incidenza del costo del lavoro, che arriva a pesare quasi il doppio rispetto a Paesi quali Malta e Bulgaria, ma anche Regno Unito. E’ quanto risulta dai dati diffusi oggi da Eurostat, sulla base dell’ultimo rapporto sul trattamento fiscale nei paesi europei. Le statistiche comunitarie dicono dunque che tra il 2011 e il 2012 il peso del fisco sul Pil è salito dello 0,6% e – secondo le stime – anche nel 2013 si sarebbe confermata la crescita dell’incidenza delle imposte e affini sul Prodotto interno lordo.
Il margine delle tasse è molto vario a seconda dei Paesi, e conferma quanto poco sia omogeneo il trattamento fiscale da parte delle varie Autorità. Così, si può passare da un’imposizione al 27,2% del Pil in Lituania fino a superare il 48% in Danimarca. Oltre a essere tra i Paesi più tassatori, l’Italia spicca anche per il tasso di crescita registrato da un anno con l’altro: il Belpaese ha registrato una crescita dell’1,6% (dal 42,4 al 44%), seconda alla sola Ungheria, passata dal 37,3 al 39,2%, e davanti a Grecia, Francia, Belgio e Lussemburgo. Portogallo, Regno Unito e Slovacchia hanno invece registrato le diminuzioni maggiori.
La principale fonte dei redditi fiscali dei governi si conferma essere la tassazione sul lavoro, che rappresenta più della metà (51% del Pil) del totale delle imposte, seguita da quelle sui consumi (28,5%) e quindi sui capitali (20,8%). La maggiore incidenza delle tasse sul lavoro si registra in Svezia (58.6%), Olanda (57.5%), Austria (57.4%) e Germania (56.6%). Solo in Bulgaria (32.9%), Malta (34.6%), Cipro (37.1%) e Regno Unito (38.9%) questa particolare voce si trova sotto il 40%.
L’Italia domina però la graduatoria se si parla di “implicit tax rate“, cioè l’aggregato del gettito fiscale come percentuale della base imponibile potenziale: il “tasso implicito di imposizione”, che misura il carico fiscale medio reale sui diversi tipi di reddito o di attività economiche (lavoro, consumi e capitale). Nel caso specifico delle imposte del lavoro, si considera il rapporto tra l’ammontare di imposte e contributi socialiversati sul reddito da lavoro e il costo del lavoro stesso: al numeratore del rapporto vanno cioè tutte le tasse dirette e indirette e i contributi sociali gravanti sul reddito da lavoro dipendente, mentre aldenominatore va la remunerazione totale degli occupati del territorio nazionale, incrementata delle impostesulla massa salariale. Nel caso dunque della tassazione implicita, L’Italia si posiziona al 42,8%, picco insieme al Belgio, mentre in Paesi come Malta, la Bulgaria ma anche il Regno Unito si è intorno al 25%. La media dell’Ue a 28 membri è del 36,1%.
fonte: la Repubblica
http://www.repubblica.it/economia/2014/06/16/news/fisco_pil_europa_italia-89092661/?ref=HREC1-2