mio commento: nel Parlamento del nostro Paese siamo rappresentati da questo tipo di persone. Fatemi capire, come può un cittadino dare credito alla politica. La legge elettorale “Porcellum” con cui sono stati eletti i parlamentari delle ultime 3 legislature ha creato la possibilità di avere presenze del genere nelle 2 camere. Oltretutto la nuova legge elettorale “Italicum” non è per nulla migliorativa. Voglio fare una precisazione per voi lettrici e lettori. Sapete che per fare il consigliere di circoscrizione in un qualsiasi comune italiano, il candidato deve vantare una fedina penale pulita, linda, e non deve avere pendenze amministrative? Ciò significa che chiunque abbia anche una sola multa non pagata non può essere candidato in una circoscrizione che poi, istituzionalmente parlando, è la situazione più semplice e spesso non redditizia, nel senso che non produce reddito, del panorama politico del paese. Non capisco perché per la politica ad alti livelli non vengono considerate precauzioni simili… Mario Piromallo
Firenze, Verdini a giudizio per bancarotta fraudolenta
La decisione del gup nell’inchiesta per il fallimento di una ditta che aveva un debito di 4 milioni di euro con il Credito Cooperativo fiorentino
di MASSIMO MUGNAINI
Il senatore Denis Verdini è stato rinviato a giudizio dal gup di Firenze nell’ambito di un procedimento in cui viene ipotizzata la bancarotta fraudolenta per il fallimento di una ditta che aveva un debito di 4 milioni di euro con il Credito Cooperativo fiorentino, che era presieduto da Verdini. A giudizio anche due imprenditori.
Altri problemi giudiziari dunque per il senatore fiorentino, rinviato a giudizio dal gup Silvia Cipriani. Insieme a Verdini su richiesta del pm Luca Turco saranno processati anche due imprenditori edili, Ignazio e Marco Arnone, padre e figlio.
Secondo l’accusa, nel 2009-2010 Verdini – allora presidente della banca di Credito Cooperativo Fiorentino di Campi Bisenzio – affidò dei lavori alla ditta di Arnone jr. mentre l’impresa del padre si trovava in situazione pre-fallimentare, esposta per oltre 4 milioni proprio con la banca campigiana. Per il pm, i compensi riscossi dal figlio furono poi in parte riversati tramite false fatture sulla ditta del padre, che in tal modo poté restituire parte del debito alla banca di Verdini. Ma tutto questo venne fatto in danno degli altri creditori, contesta adesso la pubblica accusa. E anche dell’impresa di Marco Arnone, successivamente fallita al pari di quella del padre. Secondo la Procura fiorentina, Verdini sarebbe stato “l’istigatore” dell’intera operazione.
Soltanto nell’ultimo anno l’ex coordinatore di Forza Italia ha collezionato cinque rinvii a giudizio per il fallimento della sua ex banca, per corruzione nell’inchiesta sulla cosiddetta P3, per illecito finanziamento nella vicenda della compravendita di un palazzo a Firenze con relativa plusvalenza di 18 milioni di euro per il sentore forzista Riccardo Conti e uno anche per corruzione nella vicenda che riguarda l’appalto della Scuola marescialli di Firenze, a febbraio è stato rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta nell’ambito dell’inchiesta sulla Ste (Società toscana di edizioni) che pubblicava fra gli altri anche Il Giornale della Toscana.
Nelle stesse ore in cui si diffondeva la notizia del suo rinvio a giudizio a Firenze, Verdini si trovava a Palazzo Grazioli, a pranzo con Silvio Berlusconi. All’uscita, non ha rilasciato nessuna dichiarazione.
fonte: La Repubblica
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2015/07/23/news/firenze_verdini_a_giudizio_per_bancarotta_fraudolenta-119668566/?ref=HREC1-3