Festa nazionale di SEL: intervista ad Anita Pirovano

IMGP0716Una festa, per la precisione la prima a carattere nazionale, molto ben riuscita. Giorni memorabili. Qual è stato il momento che più
ricordi?
L’abbraccio tra Boldrini e Kyenge. L’abbraccio tra due donne che restituiscono fiducia nelle Istituzioni. L’abbraccio tra due figure che
rappresentano quel cambiamento auspicato dai due terzi degli elettori nelle
scorse elezioni politiche. L’abbraccio da cui ripartire perchè la politica
è concausa della barbarie razzista – basti pensare che i peggiori attacchi
alla Kyenge si sono manifestati durante recenti feste di partito – ma è
anche l’unica strada da percorrere per costruire un Italia migliore.

Anita: ti abbiamo visto sempre presente, per tutti i dieci giorni
della festa e prima nella faticosa e lunga organizzazione e dopo nello
smontaggio. Immaginavi che coordinare la federazione milanese di SEL
fosse faticoso anche fisicamente?
Lo speravo addirittura. Perchè Sel Milano in questi dieci giorni di impegno, lavoro e fatica condivisi si è riscoperta come comunità di donne e uomini impegnati in un progetto collettivo e ambizioso: andare oltre le larghe intese ed essere protagonisti del laboratorio del cambiamento e di
un nuovo centro-sinistra.

Circa 50.000 visitatori eppure il numero dei volontari è stato
sempre adeguato. Anche durante il tutto pieno per Kyenge, Boldrini,
Patty Smith, Marino, Pisapia e Vendola. Questo significa che SEL si stà
strutturando?
Sel sta crescendo. Non mi riferisco certo alle percentuali degli ultimi sondaggi ma alle numerosissime persone in carne ed ossa che ripongono in
noi la speranza di una Politica che abbia il coraggio di cambiare la
società trasformando per prima se stessa.
Per fare questo dobbiamo organizzarci di più e meglio in una struttura che
deve rimanere flessibile e plastica, perchè l’innovazione è un processo
costante a cui non passiamo mettere traguardi nè tantomeno paletti.

La stagione del carroponte è organizzata dall’ARCI ed ha accolto
la festa nazionale di SEL. Una collaborazione felice tra compagni o la conferma
del vecchio adagio “fratelli coltelli”?
La collaborazione con Arci si è dimostrata per il terzo anno una scommessa vincente e ci conferma che la cooperazione tra politica e cultura, tra partiti ed associazionismo è luogo naturale della discussione e della ricostruzione di un nuovo centrosinistra. Le aride discussioni sulle regole per i congressi le lasciamo volentieri agli appassionati dei politicismi.

Vendola ti ha conosciuta alla festa, e Lerner, presente all’incontro
l’ha considerato la dimostrazione di un nuovo modo di fare politica
dove anche le responsabilità importanti non vengono calate dall’alto
con il meccanismo della cooptazione ma crescono dal basso. In qualche modo
ti ha considerata quindi una apripista, una campionessa del rinnovamento. La
cosa ti preoccupa?

Il rinnovamento lo costruiamo tutti assieme. Non è fattore anagrafico o di
mode. L’unico rinnovamento possibile passa per la capacità di unire e fare
crescere culture diverse e coraggiose. Parafrasando alcuni dialoghi del
film ” Viva la libertà” mi viene da dire che rinnovamento significa
soprattutto abbandonare finalmente la paura di vincere nella società ancor
prima che nelle urne.

Finita la festa quali sono i prossimi appuntamenti della nostra
giovane segretaria provinciale?
A settembre ricominceremo il lavoro collettivo verso il congresso nazionaledi SEL. Ci arriveremo con molte iniziative di confronto pubblico e discussione aperta. Non faremo un congresso rituale e ripiegato su noi stessi: sarà il primo passo per costruire Europa Bene Comune. Perchè è
“l’Europa che ce lo chiede” non deve più essere il preambolo di austerity e
tagli ma una svolta sui temi dei diritti sociali e civili.

Intervista a cura di Angelo Gerosa