Fellini se ne andava 20 anni fa

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Fellini se ne andava 20 anni fa, resta il suo mondo di sogno
Ricordo una tavola di Milo Manara, dopo la morte di Federico Fellini. C’era Benigni – vestito come nella Voce della luna, a metà fra Pinocchio e Leopardi – che accanto a un pozzo di campagna, guardando la luna, domandava «Dove sei?».
Dire dove sia Fellini, a vent’anni dalla sua scomparsa, non è facile, o forse lo è troppo: sta nella fantasia e nei ricordi di molti, in quei fotogrammi che si sono staccati dai suoi film per imprimersi nella memoria del mondo, nelle parole – «felliniano», «paparazzo», nella malinconia dei circhi che ancora resistono.
E nei luoghi, che cosa resta di Fellini? Mentre viene realizzata una guida alla Rimini del grande regista, a Fiumicino lo celebrano lungo la spiaggia, vantando le ambientazioni delle scene di mare dei suoi film.
Assurdo? No, quando si tratta di Fellini. I luoghi del suo cinema sono riconoscibili ma non esistono. Rimini, il Grand Hotel, la nave Rex, le spiagge, e così la Venezia di Casanova, tutti questi luoghi erano e sono dove è impossibile ritrovarli: dentro Cinecittà, o appena fuori. Con un amico fotografo, Fabio Massimo Fioravanti, ci è venuta voglia di andare a cercare la Roma di Fellini rimasta da vent’anni senza Fellini. Speravamo che le sue parole, cavate dalle centinaia di interviste, potessero guidarci. Macché. Era solo fuorviante sentirgli raccontare la capitale come una città esotica, africana – la prima visione che, ragazzo della provincia, ne ebbe, fu dei palmizi intorno a Santa Croce in Gerusalemme.
È una città sdraiata, diceva, di terra e acqua, dalle tinte rossicce, ideale per i voli della fantasia; madre indifferente che protegge solo l’anonimato e non concede lusinghe alla vanità di nessuno. Troppo abituata alla bellezza e ai millenni per potersi stupire di fronte a un essere umano. Fellini però l’ha sfidata, facendo una scenografia di cartapesta di una città già scenografica: è una Roma inventata, eccessiva, teatrale, bugiarda. Mutata solo in apparenza, perché forse troppo fedele a sé stessa per cambiare davvero. Dove un hippy apriva le braccia come un Cristo sulla scalinata di Trinità dei Monti, c’è il turista giapponese che fotografa la moglie con l’iPad («siamo tutti giapponesi» ripeteva Fellini)….per continuare a leggere cliccare: http://www.unita.it/culture/fellini-se-ne-andava-20-anni-fa-br-resta-il-suo-mondo-di-sogno-1.530588