Fecondazione: cade divieto per coppie con patolgie 

Fecondazione, cade il divieto per le coppie fertili con patologie

La Corte costituzionale modifica ancora la legge 40 sulla procreazione assistita. Il legale: “Cancellata una discriminazione per le persone con problemi di salute”

di MICHELE BOCCI

ROMA – E’ illegittima la norma che vietava l’accesso alle tecniche di fecondazione assistita, e dunque alla diagnosi pre-impianto, alle coppie fertili, ma portatrici sane di patologie genetiche. Questa, secondo quanto si è appreso, sarebbe la decisione presa dalla Corte Costituzionale in merito alla norma contenuta nella legge 40 sulla procreazione assistita. E’ l’ennesima decisione dei giudici che colpisce i divieti di una legge molto discussa e a questo punto completamente svuotata.

Il ricorso è nato dalla richiesta di due coppie iscritte all’associazione Luca Coscioni, i cui casi sono stati affrontati dal tribunale di Roma che ha poi chiamato in causa la Corte Costituzionale. In entrambi i casi il problema che si poneva è che queste persone, anche se portatrici di una malattia cromosomica e di una distrofia, essendo comunque fertili non potevano accedere alla fecondazione assistita. Questa tecnica nel loro caso sarebbe stata utilissima perchè permette di fare fare la diagnosi pre impianto e capire se gli embrioni sono sani o malati. Le coppie si sono rivolte ai giudice dopo aver avuto ben 4 aborti naturali. Per loro non c’era alternativa e soprattutto vivevano una discriminazione rispetto a quelle sterili, che invece quando fanno la procreazione medicalmente assistita possono precedentemente verificare lo stato di salute dell’embrione. Ad assistere le coppie sono gli avvocati Filomena Gallo e Gianni Baldini, che dice: “Finalmente è caduto un altro pezzo importante della legge 40 che discriminava in modo inaccettabile coppie malate. I nostri assistiti sono felicissimi, perché da domani potranno rivolgersi agli ospedali per cerca un figlio sano. Il prossimo appuntamento, con ricorsi già pendenti presso la Corte Costituzionale, è la battaglia contro il divieto di effettuare ricerca scientifica sugli embrioni malati o in sovrannumero rispetto a quelli utilizzati dalle coppie”. Anche Filomena Gallo esprime “enorme soddisfazione. Ci riserviamo di entrare nel merito appena la Corte Costituzionale avrà emanato un comunicato stampa o pubblicato il dispositivo della sentenza. Esprimiamo gioia insieme alle coppie che per tanti anni hanno solo desiderato avere un bambino sano ed evitare aborti. Oggi è un giorno importante per tante famiglie. Questa era l’unica decisione che la Corte poteva prendere perché l’unica che equivale al rispetto di diritti fondamentali delle persone”.

L’associazione Luca Coscioni, che si batte contro la legge 40 fin dal giorno della sua approvazione, ha calcolato ben 33 decisioni di Tribunali di vario grado contro la normativa. L’ultima è quella di poco più di un anno fa che ha fatto cadere il divieto di fecondazione eterologa che ha costretto migliaia di coppie a spostarsi in altri paesi europei, come la Spagna, per cercare un figlio. Ma precedentemente erano stato cancellati il limite dei tre embrioni producibili con la procreazione medicalmente assistita, l’obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti e pure il divieto di diagnosi pre impianto per le coppie sterili.

fonte: la Repubblica

http://www.repubblica.it/salute/medicina/2015/05/14/news/diagnosi_preimpianto-114368875/