Inchiesta: Il business del traffico di farmaci
Così lucrano su chi sta male
Antitumorali, immunosoppressori e non solo. Dal 2006 ad oggi dagli ospedali italiani sono stati rubati 18 milioni di euro di medicinali. Che vanno a finire nelle cliniche dell’est o nel mercato nero. Arricchendo le organizzazioni criminali.
Si chiama Xeloda, ha le sembianze di compresse color rosa-pesca e deve essere assunto ogni 12 ore. Si tratta di uno dei farmaci antitumorali più utilizzati in Italia per combattere il cancro al seno. E anche uno dei più cari, visto che 500 milligrammi di Xeloda arrivano a costare 561 euro. Intorno a queste e ad altre centinaia di pastiglie e fialette dai nomi criptici e misteriosi si stanno arrovellando da mesi i Carabinieri del Nas, impegnati in un rompicapo dopo il ritrovamento di 50mila confezioni integre di medicinali anticancro, antibiotici e vaccini trivalenti, abbandonate in un campo come fossero spazzatura. Un bottino senza precedenti dal valore esorbitante: 3 milioni di euro. Di cui qualcuno, probabilmente sentendosi braccato, ha voluto disfarsi in fretta. Indagini parallele nelle ultime settimane sono spuntate anche ad Ancona, Cremona, Vigevano, Siena. E tracciano i contorni di un rebus che sta impegnando decine di Procure in tutta Italia.
IL NUOVO BUSINESS
C’è un nuovo business criminale più appetibile della droga e meno rischioso della rapine in banca che si sta silenziosamente facendo strada nel nostro Paese: il traffico di farmaci – soprattutto antitumorali e immunosoppressori – rubati in quantità industriale negli ospedali di tutta la penisola e poi rivenduti all’estero o sul mercato nero. Negli ultimi anni questi assalti milionari hanno avuto un’anomala impennata: si calcola che dal 2006 ad oggi siano stati rubati medicinali per quasi 18 milioni di euro. Quasi tutti i furti sono concentrati fra il 2012 e il 2013 con un aumento del 70% solo negli ultimi 12 mesi. Mentre si stima che il valore di mercato della vendita su piazza estera arrivi a sfiorare quasi 50 milioni di euro all’anno.
Sono criminali professionisti che lucrano sulla sofferenza e sulla speranza dei malati, che cavalcano la crisi economica e che hanno legami fortissimi con la criminalità organizzata locale, in particolar modo la Camorra. Solo al Cardarelli e al Federico II di Napoli, negli ultimi dieci mesi sono sparite migliaia di confezioni di costosissimi medicinali per la sclerosi multipla, di farmaci biologici destinati ai tumori alla prostata e sostanze riservate alle cure sperimentali per malattie come morbo di Crohn.
IN VIAGGIO VERSO EST
Le gesta dei ladri di farmaci hanno già attirato l’attenzione della Direzione Investigativa Antimafia, che sta cercando di mettere insieme la cronologia, la dinamica e la distribuzione dei colpi per capire se dietro questo picco di furti ci sia sempre la stessa regia. Una coincidenza, però, è già stata notata: molti degli assalti milionari su commissione sono avvenuti in città portuali affacciate verso est: Ancona, Brindisi, Trieste e soprattutto Bari, dove un anno fa esatto si è consumata una raffica di colpi del valore totale di oltre un milione e 300mila euro.
Il sospetto degli inquirenti, dunque, è che la maggior parte di questi medicinali salvavita – che possono essere somministrati attraverso infusioni solo in strutture ospedaliere – vada a rifornire le cliniche private dell’Est, Albania e Romania in testa. Dove ogni anno approdano ricchi pazienti da ogni parte d’Europa, anche italiani, attirati dalle promesse di cure miracolose in tempi record. “In Russia e nei Paesi dell’ex Unione sovietica le strutture sanitarie non sono sempre eccellenti, ma allo stesso tempo ci sono persone con enorme liquidità finanziaria disposte a pagare, anche per ricevere trattamenti di dubbia utilità promessi da ciarlatani”, spiega a l’Espresso un investigatore. L’altra ipotesi è che questo flusso di medicinali finisca nelle strutture ospedaliere di Paesi dal sistema sanitario ormai al collasso, che ha tagliato la fornitura di farmaci ai nosocomi insolventi, come la Grecia.
Però poi esiste anche un altro sospetto concreto. Perché se è vero che i farmaci salvavita in Italia sono garantiti dal Sistema Sanitario Nazionale, è altrettanto vero che il decreto Balduzzi ha messo in seria difficoltà molti malati. La scorsa estate, infatti, due farmaci antitumorali dai costi stellari (migliaia di euro per fialetta) erano stati inseriti nella cosiddetta fascia C “non negoziata” con regime di dispensazione ospedaliera . In poche parole, visti i costi proibitivi, le aziende sanitarie avrebbero potuto decidere di non acquistarli – o di sostituirli con farmaci meno efficaci – perché “fuori budget”. Per questi due farmaci, in particolare, la situazione ora sembra essersi risolta, e da due mesi sono stati inseriti fra quelli a carico dello Stato. Ma l’eventualità che questo accada di nuovo con altri medicinali in prossima uscita, vista la normativa, c’è eccome. Con il rischio di andare ad alimentare il mercato nero della disperazione anche in Italia.
ANTIBIOTICI E DOPING
Di sicuro, al commercio illegale italiano sono destinati soprattutto medicinali di altro genere, meno rari ma comunque richiestissimi, venduti sottobanco a prezzi inferiori e senza ricetta medica: antibiotici, psicofarmaci, sedativi, sostanze dopanti. Lo scorso novembre, ad esempio, all’ospedale bergamasco di Treviglio sono state svuotate le celle frigorifere che contenevano 80mila euro di medicinali, fra i quali eritropoietina (nota più semplicemente come Epo, dopante d’eccellenza nel ciclismo) e immunoglobuline.
Un bottino molto simile a quello depredato dall’ospedale Civile di Siracusa appena un mese prima. Qui i ladri sono andati a colpo sicuro sapendo benissimo cosa portare via e cosa invece lasciare: sono fuggiti con confezioni di antibiotici, insulina, medicine di base, Epo e ormoni della crescita.
“Le sostanze che possono essere assunte e iniettate anche a casa, in maniera autonoma”, spiega un investigatore dei Nas, “di solito poi vengono rivendute via internet in siti appositi, con prezzi abbordabili”.
COME FANTASMI
Ma come agisce, esattamente, questa holding del crimine? Rubare medicinali specifici negli ospedali non è esattamente un gioco da ragazzi. In tutte le centinaia di colpi portati a segno in tutta Italia, i ladri hanno dimostrato di conoscere perfettamente sia la posizione dei circuiti di telecamere di sorveglianza – che vengono sistematicamente elusi – sia delle celle frigorifere dove sono custoditi i preziosissimi farmaci. Come è successo la notte di Natale a Siena, dove una banda è riuscita a fuggire con 300mila confezioni di antitumorali trafugate dal Policlinico delle Scotte e poi, poche ore dopo, ha duplicato il colpo con altre 400mila scatole di farmaci assaltando la sede dell’azienda farmaceutica di Pian dei Mori.
Ecco perché gli investigatori sono convinti che esistano almeno quattro livelli di organizzazione: chi commissiona i furti, chi corrompe i basisti negli ospedali, chi porta materialmente a segno i raid notturni senza lasciare traccia e chi si occupa del trasporto oltremare.
Una fase delicatissima, quest’ultima, perché i farmaci devono essere conservati con grande cura. Spesso si tratta infatti di fialette molto fragili che vanno custodite al freddo, e che quindi devono essere trasportate in valigette frigo, come quelle per il trapianto di organi. Secondo gli inquirenti poi, appunto, la maggior parte della refurtiva viaggia via mare, con navi e traghetti che salpano soprattutto dai porti di Napoli e di Bari.
Lo confermano dal centro di ricerca dell’Università Cattolica di Milano Transcrime, specializzato nell’analisi di fenomeni criminali italiani e stranieri, che di recente si è interessato al business dei ladri di famaci stilando un rapporto in prossima uscita. E che stima anche un bilancio dei furti portati a segno finora: fra il 2006 e il 2013 sono stati rubati farmaci per almeno 18 milioni di euro, con una concentrazione massina fra il 2012 e l’anno appena trascorso, in cui si è registrato un aumento del 70 per cento.
“Abbiamo notato una maggiore concentrazione dei furti tra novembre e febbraio, forse perché gran parte di questi prodotti devono essere mantenuti a bassa temperatura e trafugarli senza comprometterne la qualità è più facile nei mesi invernali”, spiega a l’Espresso Marco Dugato, uno dei ricercatori che si è occupato dello studio, “I ladri hanno un modo di agire chirurgico: sanno esattamente quali confezioni rubare, dove sono stoccate, sanno come conservarle e dove piazzarle, anche all’estero. Tutti questi elementi fanno propendere per il coinvolgimento di gruppi di criminalità organizzata, non solo italiana”.
Finora le decine di indagini delle forze dell’ordine non hanno portato a nessun arresto, ma su questi colpi milionari pesa una certezza. “Abbiamo interpellato le case farmaceutiche da dove arrivano i prodotti”, spiegano ancora da Transcrime, “e abbiamo una avuto conferma che tutti i medicinali trafugati erano già stati pagati dallo Stato e quindi dai contribuenti”.
Insomma: un colpo durissimo per le nostre casse che rischia di compromettere il già non florido Sistema Sanitario Nazionale. A spese dei malati.
fonte: L’Espresso
http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/01/23/news/il-business-del-traffico-di-farmaci-cosi-lucrano-su-chi-sta-male-1.149708