Il referendum catalano non è stato affatto un «colpo di stato», come strilla la destra madrilena, ma neanche una rivoluzione, come forse avevano sognato le componenti più radicali del fronte indipendentista. Le politiche indipendentiste sottovalutano sempre i rapporti di classe e le contraddizioni che attraversano la società. E nutrono l’illusione che la possibilità di realizzare un determinato modello sociale sia una questione di scala, di omogeneità di lingua, di cultura, di storia, capaci di conciliare interessi contrapposti. Innumerevoli sono le smentite che la storia ha inflitto a questa convinzione. Certo, oggi la questione della sovranità è ingarbugliata più che mai. L’Europa che in linea teorica dovrebbe superare gli egoismi degli stati nazionali ne è in realtà prigioniera.
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