di Angelo Gerosa. La frettolosa e drastica bocciatura da parte dei vertici europei della manovra economica italiana è un clamoroso autogoal.
Senza neppure attendere il 15 ottobre, data della presentazione ufficiale del DEF, si manda a dire agli italiani che, al contrario di altri cittadini europei, non si possono permettere la pensione “anticipata” a 62 anni, pur mantenendo la pensione piena a 68 anni, e neppure di aumentare il numero dei poveri che hanno diritto al reddito di inclusione, pur avendo una platea inferiore alla sola Grecia, per non parlare poi della pretesa di rigenerare i centri per l’impiego più scassati del continente e di ripristinare il turn-over del pubblico impiego più penalizzato d’Europa in termini di posti di lavoro persi.
I vertici europei potevano e dovevano segnare parecchi goal semplicemente chiedendo al governo giallo verde un minimo di coerenza. Volete rilanciare l’economia? Allora stabilite tempi certi e rapidi ai provvedimenti messi in manovra. Volete fare pace con gli evasori meno disonesti? Allora perseguite pesantemente gli altri; Volete introdurre più giustizia sociale? Allora redistribuite il reddito ecc.
Potevano segnare, ma hanno preferito fare autogoal, invogliando gli investitori internazionali a speculare sul debito italiano, paventandoci il percorso patito dal popolo greco: ulteriori indebitamento al solo scopo di soddisfare appetiti immotivati, in quanto è risaputo che i titoli italiani, al pari di quelli greci, verranno sempre rimborsati.
Autogoal anche politico, in quanto regala la possibilità ai populisti nostrani di trasformare il prossimo voto europeo in un plebiscito pro o contro il diritto alla pensione, alla lotta alla povertà ed al turn-over.
Quello messo in atto dai vertici europei è la messa in pratica della politica che la maggioranza che regge l’Europa (il PPE innanzitutto) tentarono di imporre a Grecia e Portogallo, non riuscendoci del tutto solo grazie all’azione dei governi di sinistra che governano quei paesi.
Di fronte a questa sfida a chi distruggerà prima l’Europa e indispensabile che il GUE (l’eurogruppo della sinistra unita e degli ecologisti) prenda l’iniziativa e ribadisca che i diritti dei popoli non possono venire calpestati, ma neppure strumentalizzati dalle forze xenofobe ed antidemocratiche. Servono azioni anche clamorose, ad esempio per chiedere che i BTE (buoni del tesoro europei) sostituiscono i BT dei singoli paesi, con buona pace degli speculatori.