mio commento: il ministro che ha stilato la legge iniqua ha anche detto che dopo i 50anni una Lavoratrice o un Lavoratore, quando arrivano a una certa età, dal punto di vista del salario dovrebbero percepire meno perché la produttività diminuisce. Oltretutto, a conferma che questa sua teoria è errata e vergognosa, invece di abbassare l’età pensionabile, per far raggiungere ai Lavoratori la sospirata pensione, ha pensato bene di alzarla in modo continuo nel tempo.
Allego il link del fatto Quotidiano per dar modo a voi lettrici e lettori di Nordmilanotizie.it di informarvi al meglio e confermarvi quanto ho scritto nel mio suddetto commento.
Mario Piromallo
http://www.blitzquotidiano.it/economia/elsa-fornero-lavoro-stipendi-over-50-curva-retributiva-1334709/
Le nuove età per la pensione: quattro mesi di lavoro in più
La circolare dell’Inps dettaglia le norme sull’adeguamento dell’età pensionabile alle speranze di vita. Dall’anno prossimo ai lavoratori uomini servono 66 anni e 7 mesi, alle dipendenti 65 anni e 7 mesi. Boeri: “Flessibilità sì, ma in contesto sostenibile”
a cura di ANTONELLA DONATI e RAFFAELE RICCIARDI
ROMA – Quattro mesi in più al lavoro per avere la pensione a partire dal prossimo anno. È arrivata infatti la circolare dell’Inps che rende operative le nuove norme sull’adeguamento dell’età pensionabile alle speranze di vita. Vivere più a lungo significa quindi lavorare anche più a lungo prima di poter ottenere la pensione, che continuerà ad allontanarsi progressivamente ancora nei prossimi anni.
Dal 2013, quando sono state applicate per la prima volta queste disposizioni, la pensione è già scivolata in avanti di ben sette mesi, e se continua così il traguardo dei 70 anni necessari per andare in pensione sarà raggiunto anche prima delle previsioni. All’allungamento dell’attesa non sfugge nessuno: riguarda non solo le pensioni di vecchiaia, ma anche i requisiti contributivi per quelle anticipate.
Boeri: “Flessibilità sì, ma in contesto sostenibile”. E, in serata, in un’intervista a Otto e mezzo, su La7, il neo presidente dell’Inps, Tito Boeri, non esclude la flessibilità, purché il sistema pensionistico sia sostenibile: “In Italia si allungava la vita, ma si accorciava la vita lavorativa, questo rendeva il sistema pensionistico non sostenibile. Penso che ci debba essere una certa flessibilità nell’uscita dal mondo del lavoro, ma in un contesto sostenibile – ha proseguito Boeri -. Con la crisi è peggiorata la situazione del mondo del lavoro, e nel contempo si è alzata l’età pensionabile, questo ha complicato la situazione di alcune generazioni. Servono nuovi strumenti di contrasto alla povertà”. E annuncia che entro giugno sarà presentata una “proposta organica” da parte dell’Inps, per introdurre sistemi di flessibilità nel sistema pensionistico: “L’inps non ha potere legislativo, ci limitiamo ad applicarle”, ridorda Boeri. Stiamo lavorando a delle proposte” che si muovono “sull’asse assistenza-previdenza”. Tornando, poi, sulle problematiche della fascia di persone tra i 55-65 anni che hanno perso il lavoro e sono ancora lontane dalla pensione, secondo Boeri bisognerebbe pensare ad una sorta di reddito minimo. Per il presidente dell’Inps le risorse si possono trovare all’interno del sistema della protezione sociale (ad esempio guardando alle gestioni speciali) per un importo pari a 1,5 miliardi.
L’età per la pensione di vecchiaia. Dal prossimo anno, dunque, per ottenere la pensione di vecchiaia, a fronte di un minimo di 20 anni di anzianità contributiva, per le lavoratrici donne è necessario aver compiuto 65 anni e 7 mesi se dipendenti o 66 anni e 1 mese se autonome. Per i lavoratori uomini il requisito richiesto, invece, è quello di 66 anni e 7 mesi sia in caso di lavoro dipendente che di lavoro autonomo. Previsto poi un nuovo appuntamento nel 2019 con un nuovo ritocco all’insù in conseguenza dell’allungamento della vita media. Un obbligo di legge precedente alla riforma Fornero, entrato in vigore con la manovra estiva del governo Berlusconi del luglio 2010 necessaria per riportare i conti dell’Inps sotto controllo, che ha incidenza anche sui requisiti contributivi richiesti per la pensione anticipata.
L’adeguamento dei requisiti contributivi. A partire dal gennaio prossimo, infatti, anche per quel che riguarda l’anzianità di lavoro richiesta per ottenere la pensione – prima di aver raggiunto l’età per quella di vecchiaia – occorre tener conto dei quattro mesi in più calcolati sulla base dell’allungamento della vita media. Per gli uomini il requisito minimo diventa dunque di 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane), mentre per le donne l’anzianità richiesta è di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane). I nuovi requisiti saranno in vigore solo per due anni, ossia fino al 31 dicembre del 2018. La legge Fornero, infatti, ha previsto l’adeguamento dei requisiti con cadenza biennale e non più trimestrale, come era stato invece nel primo periodo di applicazione della legge.
Più tempo al lavoro anche per chi usufruisce dei vecchi regimi. L’obbligo di restare al lavoro per quattro mesi in più, dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018, riguarda anche i soggetti per i quali continuano a trovare applicazione le disposizioni in materia di requisiti per il diritto a pensione con il sistema delle cosiddette “Quote”. Quindi per chi si trova in questa situazione, per ottenere la pensione dal prossimo anno è necessaria un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e, se lavoratori dipendenti pubblici e privati, di un’età anagrafica minima di 61 anni e 7 mesi, fermo restando il raggiungimento di quota 97,6. Per gli autonomi, invece, occore un’età anagrafica minima di 62 anni e 7 mesi, fermo restando il raggiungimento di quota 98,6.
LA CIRCOLARE DELL’INPS CON I DETTAGLI TECNICI
Pensioni di vecchiaia – requisiti anagrafici
Lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti ed alle forme sostitutive della medesima
dipendenti ed alle forme sostitutive della medesima
ANNO ETA’ PENSIONABILE
2016 65 anni e 7 mesi
2017 65 anni e 7 mesi
2018 66 anni e 7 mesi
dal 2019 66 anni e 7 mesi*
* Requisito da adeguare alla speranza di vita
Lavoratrici iscritte alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla gestione separata
ANNO ETA’ PENSIONABILE
2016 66 anni e 1 mese
2017 66 anni e 1 mese
2018 66 anni e 7 mesi
dal 2019 66 anni e 7 mesi*
* Requisito da adeguare alla speranza di vita
Lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive ed esclusive e lavoratrici dipendenti iscritte alle forme esclusive dell’A.G.O.
ANNO ETA’ PENSIONABILE
2016 66 anni e 7 mesi
2017 66 anni e 7 mesi
2018 66 anni e 7 mesi
dal 2019 66 anni e 7 mesi
* Requisito da adeguare alla speranza di vita
Lavoratori iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla gestione separata
ANNO ETA’ PENSIONABILE
2016 66 anni e 7 mesi
2017 66 anni e 7 mesi
2018 66 anni e 7 mesi
dal 2019 66 anni e 7 mesi*
* Requisito da adeguare alla speranza di vita
Pensione anticipata – requisito contributivo
ANNO UOMINI DONNE
2016-2018 42 anni e 10 mesi (2.227 settimane) 41 anni e 10 mesi (2.175 settimane)
2019-2020 42 anni e 10 mesi (2.227 settimane)* 41 anni e 10 mesi (2.175 settimane)*
* Requisito da adeguare alla speranza di vita
Pensione anticipata con il sistema delle “quote”
La circolare Inps specifica che dal 1°gennaio 2016 al 31 dicembre 2018, per le persone che continuano a maturare la pensione con il sistema delle quote, si possa accedere alla previdenza con un’anzianità contributiva di 35 anni e, se lavoratori dipendenti pubblici e privati, con almeno 61 anni e 7 mesi di età, fermo restando il raggiungimento di quota 97,6. Se lavoratori autonomi iscritti all’Inps, con un’età di 62 anni e 7 mesi, fermo restando il raggiungimento di quota 98,6.
Fonte: la Repubblica
http://www.repubblica.it/economia/2015/03/20/news/eta_pensionabile_inps_circolare-110067931/?ref=HREC1-19