Le ferie passate alla grande spiaggia degli uffici scolastici. In attesa di una chiamata divina. Sono oltre 76 mila i “vacanzieri” della pubblica istruzione.
“Per quest’anno non cambiare stessa spiaggia, stesso mare” cantava Mina. I 76.407 precari della pubblica istruzione possono cantare invece: “Per quest’anno non cambiare, niente spiaggia, niente mare”, ma un’estate in attesa di una chiamata “divina” che assicurerà o meno ancora un posto di lavoro. E’ la vacanza precaria, quella che non assicura niente. Nessuna garanzia su quando arriverà il sussidio di disoccupazione e nemmeno su quando percepiranno il trattamento di fine rapporto.
Nessuna certezza su quando i singoli uffici scolastici provinciali li convocheranno per procedere alle operazioni di assunzione precaria. Nessun chiarimento in merito ai posti disponibili soggetti a cambiare di giorno in giorno, persino di ora in ora, come se non fosse possibile sapere l’organico necessario in base alle iscrizioni degli alunni già dal mese di giugno. Nessun pagamento nemmeno delle ferie non godute. Tutti gli anni la stessa storia. Chi ha un contratto fino al 30 giugno, inizia l’estate con un licenziamento. Nessun grazie, nessuna stretta di mano, neanche una missiva. Il tuo impegno è finito. A casa!
Tra il primo luglio e il sette luglio i 76 mila, hann fatto la loro prima tappa vacanziera negli inutili uffici dell’impiego. Una storia all’italiana: migliaia di sedi in tutt’Italia che non servono a trovare un’occupazione. Mario Rossi arriva e l’impiegata di turno sa già che cosa deve fare. Non serve il contratto di fine rapporto. Non ti chiedono nemmeno il documento. “Lei ha lavorato all’istituto Falcone e Borsellino? Abita ancora in via Roma? Il suo numero di telefono è lo stesso? Ecco da oggi è disoccupato”. Benvenuto! Esci da quell’ufficio con il documento che ti dichiara disoccupato. Non solo dichiari di essere immediatamente disponibile allo svolgimento di un’attività lavorativa ma mai nessuno ti chiamerà. Non resta che aspettare agosto.
La seconda tappa delle vacanze del precario è all’ufficio scolastico. Non so se vi è mai capitato di fare questa esperienza. Segnatevelo in agenda: più o meno verso la fine del mese, fate un salto all’ex provveditorato della vostra provincia. I 76 mila attendono la chiamata divina dal 20 di agosto. Chi abita al Sud ed è iscritto nelle graduatorie al Nord si organizza. Prepara la valigia. La tiene sempre pronta per il grande viaggio. Difficile immaginare un calendario per tempo delle convocazioni. L’esercito dei vacanzieri precari inizia con il terno al lotto: “Forse ci chiameranno il 22, forse il 26 o magari il 28”.
Quando arriva la chiamata divina arrivano tutti alla grande spiaggia degli uffici scolastici. C’è chi si presenta con moglie e figlio, con tanto di valigia in mano. Chi arriva da Canicattì a Cremona con la cartina perché non sa nemmeno dov’è sbarcato. Si organizzano, si parcheggiano nei cortili, nei corridoi come se fosse un grande happening. Anzi è la Woodstock del precariato: è il grande evento di ogni provincia. In tre giorni riescono a far arrivare gente da ogni parte d’Italia. Ecco la cartolina dell’estate dei precari italiani: “Tanti saluti dal mondo dei disoccupati”.
Fonte Cadoinpiedi
postato da Mario Piromallo