Eni: AD indagato per presunte tangenti in Nigeria

Eni, Descalzi indagato per presunte tangenti in Nigeria
Il neo amministratore delegato del gruppo petrolifero nel mirino degli inquirenti di Milano per una “mega tangente”, di cui la Corte di Londra ha sequestrato 190 milioni. Risultano coinvolti ache Scaroni e Bisignani. La società: “Estranei a qualsiasi condotta illegita”. Titolo debole a Piazza Affari.

MILANO – Il nuovo amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, è indagato dalla Procura di Milano con l’ipotesi di corruzione internazionale. Secondo quanto riporta oggi il Corriere della Sera e conferma la società in una nota, Descalzi è sotto inchiesta in relazione a una concessione petrolifera in Nigeria, per la quale sarebbe stata pagata una “mega tangente”, in relazione alla quale oggi la Corte di Londra avrebbe effettuato un sequestro preventivo per 190 milioni di dollari.

Insieme a lui risultano indagati il nuovo capo della Divisione esplorazioni, Roberto Casula, Paolo Scaroni (ex numero uno del gruppo) e Luigi Bisignani. L’autorità giudiziaria inglese, su richiesta della Procura di Milano, ha sequestrato a un intermediario nigeriano due depositi anglo-svizzeri da 110 e 80 milioni di dollari, un quinto di quello che nel 2011 Eni avrebbe pagato (con Paolo Scaroni ad e Descalzi a capo della divisione Oil) al governo nigeriano per la concessione del campo di esplorazione petrolifera Opl-245 della società Malabu.

Secondo la ricostruzione emersa, l’accelerazione londinese con il maxi sequestro scompiglia il quadro che per il Cane a sei zampe sembrava tutto sommato gestibile: quando a luglio i pm di Milano, De Pasquale e Spadaro, hanno mandato un avviso di garanzia al gruppo petrolifero (per la 231, ma indagato risultava solo l’intermediario Gianluca Di Capua), la reazione è stata composta. Ora il tiro si alza sia per la massa ingente del sequestro scattato che per l’estensione delle indagini al trio Descalzi-Scaroni-Bisignani.

I fatti contestati cominciano nel 2010, quando intercettazioni emerse nell’ambito delle inchieste napoletane dei pm Curcio e Woodcock avevano messo in evidenza i nessi tra la galassia Bisignani e Scaroni, interessati alla concessione petrolifera nigeriana. Ma quella fase di trattative non era andata a buon fine. Alla fine del 2010, però, i contatti tra il governo nigeriano e l’Eni sono ripresi, per sfociare nell’aprile del 2011 nel pagamento di 1 miliardo e 90 milioni di dollari per avere il giacimento (200 milioni li ha aggiunti Shell). Su questo si concentra la seconda parte dell’inchiesta, con il sequestro di un valore pari a un quinto del totale ai mediatori africani.

Nel commentare la notizia in una nota, “Eni ribadisce la sua estraneità da qualsiasi condotta illecita in relazione all’indagine preliminare avviata dalla Procura di Milano sull’acquisizione del blocco Opl 245 avvenuta nel 2011”. La società sottolinea “di aver stipulato gli accordi per l’acquisizione del blocco unicamente con il governo nigeriano e la società Shell. L’intero pagamento per il rilascio a Eni e Shell della relativa licenza è stato eseguito unicamente al governo nigeriano”. Il gruppo del Cane a sei zampe prende atto che, “da documenti notificati ieri alla società nell’ambito di un procedimento estero che dispone il sequestro di un conto bancario di una società terza su richiesta della Procura di Milano, risultano indagati “l’amministratore delegato e il direttore operazioni e tecnologie. Eni sta prestando la massima collaborazione alla magistratura e confida che la correttezza del proprio operato emergerà nel corso delle indagini”.

Eni e un consiglio non proprio immacolato
di W. GALBIATI

Per il Cane a sei zampe la Nigeria rappresenta dunque ancora un problema giudiziario. Nel recente passato, la controllata Saipem è stata coinvolta in un caso di corruzione in Nigeria. Anche dall’Algeria sono arrivate grane giudiziarie, nei mesi scorsi, per Scaroni, Saipem e la controllante Eni. La reazione del titolo del Cane a sei zampe (segui in diretta) è di debolezza rispetto al listino principale.

fonte: la Repubblica
http://www.repubblica.it/economia/finanza/2014/09/11/news/eni_descalzi_nigeria_tangenti_inchiesta-95486245/?ref=HREC1-10