Energia per la vita rispettando il pianeta

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Un miliardo di persone si nutre poco o in modo non adeguato, un miliardo e mezzo mangia troppo e male.

C’è una frase in cui credo molto e che mi è sempre piaciuto ripetere al popolo di Terra Madre, il network mondiale che riunisce più di duemila comunità del cibo in circa 150 Paesi, creato da Slow Food nel 2004: «Chi semina utopia raccoglie realtà». È quello che ho sempre voluto tenere a mente anche pensando all’Expo 2015, con il suo tema azzeccato e sulla carta molto profondo: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”
di Carlo Petrini

Quale migliore occasione per seminare a livello internazionale buone utopie grazie a un evento di tale portata, grazie a un argomento che ci parla di tutto ciò «che riguarda l’uomo in quanto egli si nutre» (per citare il grande Jean- Anthelme Brillat-Savarin e la sua “Fisiologia del gusto”), e chissà quali realtà raccogliere. Tutto ciò che ci riguarda in quanto ci nutriamo è ciò che va sotto la parola cibo, ma il cibo è in realtà una rete che racconta di uomini e donne, di attività produttive, di sfruttamento delle risorse naturali, di biodiversità, di acqua, di sostenibilità e di beni comuni.

Di culture, colture e tradizioni, di tecniche antiche e d’innovazione post-moderna. Scienza e saperi tradizionali, miliardi di persone che lavorano ancora nei campi, tutti noi che mangiamo ogni giorno – povertà permettendo – tre volte al giorno.C’è quasi un miliardo di persone che non si può nutrire o non si può nutrire adeguatamente; ce n’è più di un miliardo e mezzo che invece mangia troppo e male, e soffre delle nuove pandemie del Millennio: obesità, diabete, malattie cardiovascolari. Il tema dell’Expo è vasto come la vita, complesso come il mondo e i sistemi naturali che lo regolano. Le problematiche sono tante, a volte immense. Urgono cambiamenti epocali, inversioni di rotta, bisogna abbandonare certi stili produttivi e di consumo che non sono più adeguati a garantirci un futuro sereno. È utopia pensare che il cambiamento, quanto mai necessario, del sistema alimentare umano possa avvenire in senso rispettoso delle risorse del Pianeta e della sovranità alimentare dei popoli? Cominciamo a seminare, qualcosa raccoglieremo. I presupposti di quest’Expo 2015 purtroppo finora non sono stati tanto utopici. Anzi, al contrario: il più concreto risultato di Expo 2015 sinora è l’ennesimo grande sfregio al suolo fertile della Lombardia, che dovrebbe “nutrire quel pezzo di Pianeta”.

È ciò che è successo nel sito dell’evento ma soprattutto a causa delle tante infrastrutture che in nome dell’Expo sono in corso di realizzazione, ma di cui in realtà l’Expo non necessitava. Come le nuove tangenziali e bretelle autostradali che hanno sventrato, distrutto per sempre, un’ulteriore parte del cuore agricolo della Lombardia. Ma bisogna continuare a seminare utopia, anche se un po’ del terreno è stato consumato e non vi si può più seminare nulla. Il tema resta importante, le persone che verranno a Milano saranno chiamate a riflettere su come si nutrono e su come si nutre il Pianeta. Su come usiamo l’energia per la vita: il cibo. È un’occasione pedagogica che chi crede nel “seminare utopia” non può snobbare. È un’occasione che l’Italia non può permettersi di perdere. Terra Madre ci ha dimostrato, in quasi dieci anni di esistenza, che l’Italia è il luogo ideale per parlare di queste tematiche, il Paese perfetto per fare da tratto d’unione tra quella parte di mondo povera, ma ricca in biodiversità e cultura alimentare, e la parte di mondo ricca, ma che ha desertificato i valori del suo cibo fino a doverlo cercare altrove, produrre e consumare in maniera insostenibile; fino ad arrivare a rubare terre e acqua con i deprecabili fenomeni del land grabbing e dell’ocean grabbing. E allora che sia l’Italia tutta a seminare utopia, nei territori, raccogliendo la sfida del tema dell’Expo.

Sarebbe bellissimo se a livello locale s’iniziasse a pensare concretamente e in maniera organizzata a come cambiare i propri sistemi locali del cibo. Discutere su come migliorarli, educando, coinvolgendo la popolazione e i produttori, facendoli incontrare e ragionare sulla sostenibilità delle loro azioni. Ne abbiamo tutte le potenzialità, in ogni regione, in ogni provincia, in ogni lembo di terra di questo Paese. Pensiamo a come nutrire l’Italia, a partire dalla nostra comunità, facciamo qualcosa perché l’Italia migliori e possa insegnare a chi verrà a Milano e dintorni come questo Paese sa ancora valorizzare la propria bellezza, che dove non è stata compromessa è pur sempre la risultante di modi nobili, buoni, ecologicamente compatibili, culturalmente alti di sfruttare la natura per nutrirsi. Riprendiamoci il meglio della nostra civiltà, proiettiamola nel futuro e facciamone un modello buono per tutti. Puntiamo in alto, a partire dalle nostre scelte e dalle relazioni che possiamo instaurare intorno al cibo. Seminiamo utopia senza timore, e anche l’anno di Expo diventerà una cosa molto reale, utile al mondo.

fonte: La Repubblica
http://temi.repubblica.it/repubblicamilano-expo-2015/2013/06/03/energia-per-la-vita-rispettando-il-pianeta/