Pubblichiamo l’interessante lettera speditaci da un lettore che si firma “Il sopravvissuto del Titanic“.
Se i numeri son numeri le elezioni politiche del 2018 sono state vinte dalla colazione di centro destra che ha ottenuto il 37% dei voti.
Segue il M5S che però è un partito – o movimento, appunto – unico e dunque non soggetto ai capricci di forze politiche di diversa estrazione, unite a fini elettorali.
La situazione è complessa, d’altra parte la legge elettorale è stata pensata per non regalare la maggioranza a nessuno dei contendenti, agevolando in questo modo la possibilità (auspicio) di un governo moderato di larghe intese: un Gentiloni bis, per intendersi.
Gli elettori hanno sparigliato le carte e il Presidente Mattarella si trova ora a fare i conti con due forze ‘accese’ le quali si fronteggiano per la guida del prossimo governo, senza tuttavia averne i voti (almeno sulla carta).
La coalizione di centro destra soffre dell’improvviso sorpasso della Lega, partito radicato soprattutto al Nord e molto esposto su temi anti-europeisti e anti immigrazione.
Mi pare che Berlusconi mostri sofferenza e insofferenza per questa subalternità improvvisa nei confronti del leader leghista; inoltre non ce lo vedo proprio spingersi fino ai lidi dell’abolizione della legge Fornero o impegnarsi in una lotta senza quartiere contro gli immigrati, fossero pure irregolari.
Gli stranieri, i nostri nuovi concittadini, sono parte integrante del tessuto sociale e del sistema economico (come sanno bene gli imprenditori) e l’inizio di una battaglia dura per allontanarli (per mandarli poi dove?) sarebbe una operazione mal tollerata; un conto sono le trasmissioni di Rete 4, un altro il mondo in cui viviamo.
Senza considerare il bacino di manodopera in nero e sottopagata in cui è consentito pescare a molte aziende del nord.
Il M5S gode di questo exploit incredibile ma non improvviso; un numero consistente di elettori ha scommesso su questo nuovo soggetto politico che finora ha mostrato anime differenti, con il tratto unificante della lotta al nemico PD e della spasmodica manifestazione dell’onestà.
I penta stellati governano le città con esiti, in alcuni casi, assolutamente sovrapponibili ai predecessori; in altre paiono sul punto ogni giorno di fallire. Eppure in questo momento l’efficienza non pare un tema che interessa i sostenitori dei 5S.
Le due forze in campo cercano voti, cosa assolutamente usuale nelle repubbliche con forma di governo parlamentare e e d’altra parte l’occasione è ghiotta.
Spiace che manchi del tutto, in questo resoconto, la sinistra, la quale osserva i giochi dall’esterno e appare solo un serbatoio parlamentare da offrire al migliore (o meno antipatico) offerente.
La sinistra che ha governato da protagonista questo paese nell’ultimo quinquennio (chi con la presidenza del consiglio dei ministri e chi con la presidenza di camera e senato), ora guarda la barca da lontano con quella soddisfazione che par di leggere in alcuni commenti, il godimento misero e rancoroso di chi spera nell’insuccesso altrui, essendo oramai spacciato.
E viene subito in mente il Titanic e i superstiti al riparo dentro le scialuppe che assistettero increduli allo ‘spettacolo’ di quel bellissimo, maestoso gigante del mare: il suo spaccarsi in due appena prima di affondare per sempre.