La salvezza, il futuro di tutti sta nel cambiare strada, perché quella sulla quale si cammina ci porta alla catastrofe.
Articolo di Redazione – Renzo Baricelli
Una riflessione sul significato delle Elezioni Regionali, come ci siamo arrivati e del loro esito.
Anch’io sono pervaso da un bruciante pessimismo anche se sapevo come tanti, come tutti, chi avrebbe vinto, più o meno nella misura in cui effettivamente è avvenuto, vista nel suo insieme.
Per il PD il risultato può essere consolante Ma non può e non deve tirare avanti senza porsi l’obbiettivo (che riguarda tutti, indipendentemente da quello che riuscirà a fare il PD) di capire quali sono le radici dell’attuale modo d’essere degli italiani.
Modo d’essere che si può osservare un po’ in tutto il mondo, ovviamente in modalità differenti.
Naturalmente ci sono dei distinguo e delle eccezioni che vanno considerate. Ma, come abbiamo imparato e verificato “la mentalità dominante è quella della classe dominante”.
Tanto più oggi che il sistema capitalistico ha a sua disposizione strumenti potentissimi, capaci di raggiungere tutti i giorni ogni singolo individuo dell’intera umanità, per inculcare la sua visione del mondo, la sua ideologia, il suo predominio.
Però in questo sistema esistono profonde contraddizioni, una delle più importanti è che “il capitalismo per non implodere, ha bisogno della guerra” nei modi e nelle forme diverse che gli consentono di gestirla senza esserne travolto.
E ha bisogno di rapinare quel che gli serve in ogni parte del pianeta.
E ha bisogno di associare a se, a livello di ogni Stato, le altre classi sociali e lo stesso proletariato e quando non bastasse l’ideologia e la propaganda e la corruzione, non ha scrupoli nell’usare tutti gli altri strumenti, dalla limitazione delle libertà alla repressione violenta delle minoranze che vi si oppongono.
Così succede in ogni dove in quanto lo Stato, come è venuto a determinarsi fino ad ora, è una istituzione che controlla strumenti repressivi e coloro che la dominano usano quando lo ritengono necessario e conveniente ai loro interessi
A me pare lampante che occorra svelare la natura del sistema e delle ingiustizie che produce; che occorra disegnare uno scenario per una migliore qualità della vita, partendo dai bisogni attuali, non vago o astratto, concretamente comprensibile e fattibile, nel senso che già oggi esistono le condizioni materiali per soddisfare i principali bisogni degli esseri umani, compresi quelli immateriali.
Attraverso una convinta campagna colturale e di progetto politico che risponda ai criteri accennati, si potranno creare le condizioni soggettive necessarie al cambiamento.
Un cambiamento antropologico delle classi subalterne.
Sarà possibile? Io ne sono convinto. Come sono convinto che, per chi volesse questo futuro, occorra da subito, per restare in Italia, cambiare approccio e metodo dell’agire politico cioè farsi dire da chi le vive le priorità e costruire insieme una sintesi che unisca e diventi una piattaforma di obbiettivi politici, non dettata, ma voluta e sostenuta da uno schieramento sociale consapevole di dover crescere e far crescere consenso culturale, ideologico, politico, individuando le istituzioni da coinvolgere, ad ogni livello, nel progetto.
Facile? NO! Possibile? SI! Ci vorrà tempo? SI! Forse decenni (non necessariamente secoli)!
Qualche obbiettivo può essere realizzabile gradualmente qualche altro no. Importante è che si cominci a cambiare camminando e che l’obbiettivo complessivo non sia abbandonato.
Non pretendo di aver detto qualcosa di nuovo a me pare che sia oltremodo necessaria una visione ideale di giustizia, di pace, di libertà nella ricerca di soluzione nuove perché quelle che il sistema capitalistico ci imposto ha portato l’umanità alla odierna situazione.
La salvezza, il futuro di tutti sta nel cambiare strada, perché quella sulla quale si cammina ci porta alla catastrofe.
Redazione – Renzo Baricelli