In vista delle elezioni europee del maggio 2014 ieri il segretario del PRC Paolo Ferrero ha ufficializzato la candidatura del greco Alexis Tsipras, il giovane leader di Syriza, alla presidenza della Commissione europea.
Oggi il responsabile esteri del PdCI precisa: “su 35 europarlamentari che compongono il Gue (gruppo parlamentare della sinistra ndr) solo 16 condividono la candidatura di Tsipras”, la consultazione del gruppo parlamentare non è neppure iniziata, il GUE “non condivide la scelta dell’Unione europea di ipotizzare candidature sovranazionali di segno presidenzialista per le elezioni europee”.
Una precisazione che ha il sapore della smentita.
Per comprendere il dibattito in corso tra i due partititi italiani occorre spostare lo sguardo sulla penisola ellenica dove, in piena crisi economica il partito della sinistra radicale Syriza, con il 27% dei voti, ha sfiorato la maggioranza in parlamento. Uno strepitoso successo elettorale mal digerito dallo storico Partito comunista KKE che si è dovuto accontentare del suo tradizionale 8%.
Nel GUE ambedue i partiti greci hanno trovato sponsor ed ora il derby ha assunto dimensioni continentali con gli spagnoli di Isquerda Unida, i francesi del Fronte di sinistra, i tedeschi della Linke e gli italiani del PRC schierati per Tsipras presidente ed i partiti “comunisti ortodossi” di Portogallo, Repubblica Ceca, Cipro e Pdci schierarti con il KKE.
La Grecia resiste alle ricette neoliberismo ed al dogma dell’austerità sviluppando un movimento di popolo ma purtroppo pare che neppure una candidatura forte e significativa come di quella di Tsipras riesce ad unire la sinistra.
Angelo Gerosa