Il capo dello Stato attento agli appelli sullo Ius soli, ma l’approvazione della legge sembra oramai una missione impossibile. Convocherà i presidenti di Camera e Senato e, sentito il loro parere, emanerà il decreto di scioglimento dei due rami del Parlamento, controfirmato dal premier. Data probabile delle prossime elezioni, il 4 marzo
di UMBERTO ROSSO
ROMA – Il presidente della Repubblica ha ormai la penna in mano per firmare lo scioglimento delle Camere che, preso atto della conclusione della legislatura, potrebbe siglare già giovedì. E il Consiglio dei ministri – che domani si riunisce ma per parlare delle missioni all’estero – probabilmente lo stesso 28 dicembre (o al massimo venerdì) varerà il decreto che fissa le nuove elezioni per il 4 marzo prossimo.
Il timing sull’asse Quirinale-Palazzo Chigi è definito. Gli appelli di ‘Italiani senza cittadinanza’, oltre di Radicali e Verdi, ma anche di esponenti del Pd, che hanno chiesto a Sergio Mattarella un rinvio per tentare di approvare lo Ius soli, trovano il capo dello Stato molto attento e sensibile al tema cittadinanza. Ma il clamoroso flop del numero legale in Senato l’ha trasformata praticamente in una missione impossibile.
A malincuore perciò al Quirinale, che si era speso molto per un via libera, si registra come ancora una volta nei partiti siano saltati numeri e volontà per far passare la legge. Scenario che non cambierebbe anche accordando dei tempi supplementari. Con il rischio di altri scivoloni e nuove pessime ‘esibizioni’ politiche.